Ticino

Caso Hospita, la commissione d’inchiesta avanza e la Lega resta in attesa

La ‘Gestione e finanze’ fa un altro passo verso la Cpi. Tutti d'accordo ma la Lega lascia la sala. Piccaluga: ‘Prima vediamo cosa c'è nel mandato’

Obiettivo arrivare con il mandato in aula all’inizio del nuovo anno
(Ti-Press)
18 novembre 2025
|

Si avanza spediti verso l'istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) sul caso Hospita. Tutti i partiti che siedono nella commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ – a eccezione della Lega dei ticinesi – hanno infatti deciso all’unanimità di sostenere quanto proposto e comunicato settimana scorsa dalla sottocommissione speciale. Ovvero, appunto, la creazione di una Cpi per fare luce sulle diverse zone d’ombra che ancora avvolgono l’intricato dossier. «Ora abbiamo scritto all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, che è il prossimo passaggio formale. Allo stesso tempo – spiega il presidente della ‘Gestione e finanze’ Fabrizio Sirica – alcuni membri della commissione lavoreranno per elaborare il mandato che poi sarà sottoposto prima ai colleghi e poi al plenum del parlamento». Mandato all'interno del quale saranno indicati i membri della Cpi, tempistiche, obiettivi, il consulente esterno e il costo di tutta l’operazione. L'obiettivo è di arrivare alla conclusione di tutto l’iter nel giro di alcune settimane.

Non hanno invece partecipato né alla discussione né alla votazione per proseguire con l’iter di istituzione della Cpi i commissari della Lega. «Siamo usciti dalla sala quando si è parlato della Cpi e non abbiamo quindi affrontato la trattanda», afferma il coordinatore del Movimento (e pure membro della ‘Gestione e finanze’) Daniele Piccaluga. «La nostra posizione rimane quella di settimana scorsa: aspettiamo di vedere gli sviluppi. Una volta che sarà chiarito nel dettaglio il mandato prenderemo una posizione».

Le zone d'ombra

Quattro i punti che la Cpi, dopo che la sottocommissione speciale non è riuscita ad avere tutte le risposte necessarie, dovrà chiarire definitivamente. Primo: valutare la legittimità e l’opportunità che uno o più consiglieri di Stato e granconsiglieri, quelli della Lega, promuovessero un'inchiesta privata su un’azienda anch’essa privata. Secondo: valutare la legittimità e l’opportunità del mandato conferito all’avvocato Enea Petrini, nel consiglio di amministrazione di BancaStato e pure legale (per altre vicende) di una delle parti coinvolte (Eolo Alberti). Terzo: verificare la natura delle informazioni in possesso ai consiglieri di Stato leghisti durante le fasi della vicenda, con particolare attenzione al fatto se avessero in loro possesso informazioni di illeciti e come avrebbero trattato queste informazioni. Quarto: approfondire le dichiarazioni di Norman Gobbi che parlava espressamente di ‘combine’ e cosa ha fatto il direttore del Di di queste informazioni.

Nel frattempo, sempre a proposito del caso Hospita, lunedì il deputato della Lega Alessandro Mazzoleni ha ribadito che «il rapporto Petrini non era ‘segreto’, ma confidenziale. Le informazioni raccolte non sono state rubate ma sostanzialmente condivise».

Leggi anche: