Cinema

Michael Beltrami premiato al Festival dei Popoli di Firenze

Miglior film del Concorso italiano con ‘Il fantasma che è in me’ e Menzione dell'AMC. Il Premio internazionale è andato a ‘With Hasan in Gaza’

‘Il fantasma che è in me’
(YouTube)
10 novembre 2025
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‘With Hasan in Gaza’ (Germania, Palestina, Francia, Qatar, 2025) del palestinese Kamal Aljafari e ‘Il fantasma che è in me’ (Svizzera, Italia, 2025) del ticinese Michael Beltrami sono i vincitori del Concorso Internazionale e di quello Italiano al 66esimo Festival dei Popoli di Firenze, il più importante Festival Internazionale di cinema documentario in Italia e il più antico in Europa. La giuria composta da Cecilia Barrionuevo, Elena Lopez e Mala Reinhardt ha premiato il film di Aljafari in quanto “potente testimonianza dell’umanità di fronte alla distruzione in corso. Con uno sguardo senza tempo e coraggioso, il regista affronta la violenza della cancellazione, trasformando l’atto del testimoniare in un atto di resistenza”.

Quanto a Beltrami e al suo film-diario nato dalla diagnosi di un cancro nel 2005 e che copre un ventennio di vita, la giuria formata da Leonardo Barrile, Haider Rashid e Anastasia Plazzotta ha premiato “la grande capacità drammaturgica nel costruire un racconto che, attraverso una libera ma rigorosa associazione di pensieri e ricordi, restituisce momenti intimi e universali, senza cedere alla retorica”. Un film in cui “ognuno può riconoscere un frammento del proprio vissuto, grazie al coraggio dell’autore di esporsi fino a superare i confini del privato, mettendosi letteralmente a nudo, e a un montaggio meticoloso e sensibile che fa tesoro del principio della memoria e della permanenza delle immagini e dei suoni”.

A Beltrami è andata anche la Menzione speciale dell’AMC, con la seguente motivazione: “Per la capacità di costruire una narrazione articolata, sostenuta e attraversata da diversi piani temporali, mantenendo organicità e fluidità. Un montaggio che si distingue per il ritmo serrato, l’utilizzo creativo del materiale di archivio, in cui lo spettatore viene condotto in un racconto profondamente introspettivo, tra realtà e percezione personale”.