Locarno Film Festival

A Michele Dell’Ambrogio il Premio Cinema Ticino

Direttore artistico del Circolo del Cinema di Bellinzona, ritirerà il riconoscimento in Piazza Grande la sera del 13 agosto

8 luglio 2025
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È Michele Dell’Ambrogio, direttore artistico del Circolo del Cinema di Bellinzona, il destinatario del Premio Cinema Ticino di Locarno78, che gli verrà consegnato in Piazza Grande la sera del 13 agosto “in riconoscimento del suo contributo alla valorizzazione e alla diffusione del cinema di qualità, esercitato attraverso una lunga attività critica e la direzione artistica del Circolo”, così recita il comunicato.

Laureato in Lettere all’Università di Friburgo, Michele Dell’Ambrogio anima da quasi cinquant’anni uno dei cineclub più longevi di tutta la Svizzera, fondato nel 1949, a pochi anni dalla nascita del Locarno Film Festival. La giuria del Premio Cinema Ticino – presieduta da Cristina Trezzini e composta da Nicola Bernasconi, Frédéric Maire, Antonio Mariotti e Seraina Rohrer – ha deciso di assegnare il premio a Dell’Ambrogio “per il suo impegno costante e appassionato nella critica cinematografica e nella promozione della settima arte, contribuendo a renderla più vicina e accessibile al grande pubblico”. Attraverso la sua decennale attività, “Dell’Ambrogio ha operato a favore della visibilità del cinema d’autore, attraverso programmazioni attente a includere grandi classici, opere contemporanee, nuove tendenze”.

Istituito nel 2009, assegnato ogni due anni, il Premio Cinema Ticino (30mila franchi) rende omaggio a una personalità originaria, domiciliata o attiva nel Cantone da almeno cinque anni, che si è particolarmente distinta in campo cinematografico. Il riconoscimento può essere inoltre attribuito a personalità di origini ticinesi che svolgono la loro attività professionale al di fuori dei confini cantonali. A partire da quest'anno, il design del premio è stato completamente ripensato dall’artista ticinese Lisa Lurati (Lugano, 1989), di origini locarnesi e argentine, recentemente selezionata tra i finalisti degli Swiss Art Awards. Per il suo progetto, l’artista si è ispirata al concetto della camera oscura leopardiana, considerata un’antenata della moderna tecnologia cinematografica e simbolo della nascita stessa della riproduzione in movimento.