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‘The Birthday Party’, una moderna tragedia greca

A colloquio con il regista, Miguel Ángel Jiménez, nostro tramite per la genesi di una tragica festa di compleanno

‘Sono dei condannati, a prescindere dalle loro azioni’
(Heretic)
8 agosto 2025
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Nella notte locarnese appena trascorsa, la Piazza Grande ha visto la moderna tragedia greca ‘The Birthday Party’, film che strizza l’occhio a ‘Triangle of Sadness’ e alla ‘Grande Bellezza’. Abbiamo incontrato il regista Miguel Ángel Jiménez, tramite per noi della genesi del progetto e la sua ambizione.

Jiménez: cosa si vuole comunicare con questa ‘festa di compleanno’?

Siamo partiti dall’omonimo romanzo di Panos Karnezis, dalla sua atmosfera particolarmente claustrofobica e da quel mondo in cui le persone cercano costantemente di approfittare gli uni degli altri. Per me era molto interessante questo aspetto, questa capacità di considerare gli altri esseri umani come arnesi e ridurli a strumenti per raggiungere altri fini; gli uomini pensano alle donne in modi orribili, le trasformano in meri oggetti del desiderio, da utilizzare un po’ a piacimento, dunque il re di tutto questo è Marcus Timoleon, che sì organizza una festa di compleanno alla figlia, ma il cui vero scopo è pianificare il destino della propria famiglia, avvalendosi del proprio potere, in tutte le sue forme, per raggiungere quest’obiettivo.

Danza e musica, dal classico ‘O Mio Babbino Caro’ ai suoni e i movimenti del folklore greco: come è stato approcciato e gestito il comparto sonoro?

Il progetto è stato grande ma piacevole e gioioso, da un punto di vista strettamente sonoro: avevamo diverse ispirazioni per musiche che riuscissero a raccontare o sottolineare concetti, per esempio ‘It’s My Life’ degli Animals, che qui diventa un inno portatore di una libertà egoistica, travisata. “Fare ciò che si vuole quando lo si vuole” è un concetto per me molto attuale e che rappresenta una grande incomprensione umana riguardo la libertà. Come la nostra produzione, la musica riflette una certa diversità: c’è la musica classica, le danze, il rebetiko tradizionale greco – d’importanza culturale centrale – e quello moderno, quindi cover con la banda in loco, e tanto altro ancora.

Produzione disparata e cast d’eccellenza: come è stata messa insieme questa peculiare diversità?

Abbiamo iniziato con il produttore Giorgos Karnavas, che ha ottenuto i diritti del libro e raggiunto anche Willem Dafoe, grazie a conoscenze pregresse. C’è stato tempo per organizzarsi e vista la preparazione più dettagliata possibile, sul posto era dunque tutto piuttosto preciso. La parte che ricordo più difficile è stata trovare la casa giusta e l’isola giusta, una zona che rispettasse l’atmosfera ricercata, le dimensioni e le condizioni d’accesso. Per me è importante ringraziare tutti per la possibilità, la crew per intero e sottolineare che ‘The Birthday Party’ è un film fatto di attori, infatti ce ne sono davvero molti coinvolti. Un film da esseri umani per esseri umani, un viaggio che siamo riusciti a intraprendere senza intoppi grazie a una speciale armonia, come una nave sempre nella direzione giusta, vento in poppa.

Utilizzando personaggi così profondamente immorali...

Sono dei condannati a prescindere per loro azioni, ma il mio lavoro come regista è prima di tutto cercare di capire le loro ragioni e amarli, osservare e constatare che anche loro possono agire per amore. Un amore, certo, distorto, ma non per questo più debole, lo stesso che porta gli esseri umani al sacrificio della propria dignità, o del proprio benessere, o una posta ancora più alta. Marcus ama la figlia Sophia, ma il modo in cui si abusano a vicenda, abituati a utilizzare le persone per i loro fini, li rende inconciliabili, se non attraverso sotterfugi e menzogne. La difesa del proprio status a ogni costo è intrinseca nella corruzione del potere, da una parte è lampante la visione malsana di giustificare qualsiasi atrocità per ciò che si ritiene giusto, dall’altro abbiamo un uomo triste e dilaniato, che forse vorrebbe solo stare insieme alla propria famiglia.