Musica

Montebello Festival, dedicato a Maurice Ravel

Presentata la 19esima edizione della rassegna, dal 26 giugno all'11 luglio, nel consueto mix tra giovani esordienti e musicisti affermati

(Ti-Press)
24 giugno 2025
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Per via del Covid è la 19esima edizione, altrimenti sarebbero state due di più. Torna, dal 26 giugno all’11 luglio a Bellinzona, il Montebello Festival, momento doppiamente e storicamente ‘classico’ della stagione. Torna con dedica annessa: quella a Maurice Ravel, in occasione dei 150 anni dalla nascita. “Con Stravinskij, era considerato il compositore più importante della sua epoca. Giustamente, secondo me”. Lo dice Fabio Tognetti, direttore artistico di una rassegna che farà precedere alla musica due incontri di approfondimento sulla figura del grande musicista: il primo è quello del 26 giugno alle 18.30 alla Biblioteca cantonale di Bellinzona, con il musicologo Giuseppe Clericetti a moderare l'intervento dello scrittore francese Jean Echenoz (Prix Gongourt 1999 e Prix Marguerite Yourcenar nel 2018, tra gli altri riconoscimenti ricevuti), autore nel 2006 del romanzo ‘Ravel’, biografia romanzata degli ultimi dieci anni del musicista. Il secondo appuntamento è quello del 2 luglio alle 18.30 in Municipio con Federico Lazzaro, musicologo e saggista italiano, relatore della conferenza ‘Maurice Ravel, compositore mascherato’.

“Ho scritto un solo capolavoro, il Boléro. Sfortunatamente, lì dentro non c’è musica”. Così, con ironia e autoironia, sintetizzava Ravel il successo di quella che la stampa francese definì una partitura “assolutamente incantevole”. Parole che Tognetti riporta nel riassumere la figura di Ravel, artista “aperto ad altre correnti, che riconosceva l’importanza della musica jazz, nell'atto di consolidarsi proprio in quegli anni. Nella costruzione del programma abbiamo cercato di mettere in risalto questa apertura, accostandolo a suoi contemporanei e non”. Il 3 luglio, per esempio, il pianista Cédric Pescia metterà in dialogo brani dei fratelli Louis e François Couperin con Le tombeau de Couperin di Ravel, suite pianistica inizialmente pensata come un tributo al secondo dei due fratelli. Il 4 luglio alle 20.30, il Quatuor Terpsycordes unirà al Quartetto in Fa di Ravel alcuni standard del jazz e del pop.

Della vicinanza con la radice basca di Ravel, le cui canzoni popolari – ricorda Tognetti – “spesso tornano nella sua musica”, porterà testimonianza, il 9 luglio alle 20.30, il trio composto da Riccardo Zamuner (violino), Raffaella Cardaropoli (cello) e Roberto Arosio (pianoforte), nella serata intitolata ‘Zazpiak bat’, titolo dell'opera incompleta di Ravel, composta per trio così strutturato. Nello specifico, il Trio il La risuonerà dopo un doppio Debussy (contemporaneo più anziano di Ravel, che come lui respingeva l’appartenenza, attribuita, all’impressionismo). Il 10 luglio alle 20.30 la serata intitolata ‘Il faut prendre le jazz au sérieux’: Marta Kowalczyk e Irerè Fiorito (violino), Daniel Palmizio (viola), Sandro Meszaros (cello) e Roberto Arosio (pianoforte) suoneranno, di Ravel, la Sonata per violino e pianoforte n.2 Tzigane e, di Ernest Bloch, il Quintetto con pianoforte no. 1. Il Montebello Festival 2025 si concluderà venerdì 11 luglio alle 20.30 ‘À la memoire de Claude Debussy’, con Federico Piccotti e Annika Starc (violino), Bruno Giuranna (viola), Erica Piccotti (cello) ed Enrico Pace (pianoforte), nella Sonata per violino a violoncello di Ravel e nel Quintetto con pianoforte di Shostakovic.

I concerti – lo dice il titolo della manifestazione – sono in programma al castello di Montebello. In caso di cattivo tempo, anticipati di un’ora, si terranno nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona, concessa in via del tutto eccezionale. Info e meteo saranno consultabili giornalmente sul sito dell’evento, www.montebello-festival.ch. “Sarà il consueto mix tra giovani esordienti, per i quali sin dalla prima edizione facciamo promozione e continuiamo a fare, e musicisti di interesse internazionale”, conclude Tognetti, le cui ultime parole sono per l’immagine ufficiale di questa edizione, un contrabbassista di spalle, non necessariamente classico, ma giovane e con un messaggio forte: lo strumento – e dunque la musica – davanti a tutto.