In memoria di Eros Beltraminelli, il maestro di coro che ‘sconvolse’ il mondo dei melomani ticinesi
Ci ha lasciati a metà luglio Eros Beltraminelli, il maestro di coro, che sconvolse il mondo dei melomani ticinesi insegnando che la musica corale non deve necessariamente essere cantata con gli zoccoli e tentò la via di una aristocratica polifonia.
Aveva scoperto il suo talento musicale intrattenendo con la fisarmonica i clienti del ristorante di suo padre, al Conservatorio di Zurigo era andato per passare alla più nobile tastiera del pianoforte, e là era stato intrigato da un professore, che sembrava conoscere alcuni segreti sull’emissione della voce umana. Tornato a Bellinzona, nel boom economico dei primi anni sessanta, trovò un posto di insegnante di musica al Ginnasio, tante lezioni private di pianoforte e alcune corali, con direttore in scadenza. Tra esse i Piccoli Cantori della Turrita, un coro di bambini istituito vent’anni prima, che divenne il primo fertile terreno delle sue ricerche sulla vocalità.
In quel tempo la scuola ticinese si concedeva ancora i beati tre mesi di vacanze da metà giugno a metà settembre. Così Eros divenne assiduo frequentatore del Polifonico di Arezzo, un concorso di canto corale, creato nel 1952 e programmato l’ultima settimana di agosto, che godette subito di fama internazionale, palcoscenico privilegiato per i cori di quelle parti del mondo dove il canto corale è altrettanto o più importante della musica strumentale.
Tra le prime seduzioni aretine ci fu quella per un coro di ragazze bulgare di Dobric, una città poco lontana dal Mar Nero, che sotto il regime comunista fu chiamata Tolbuhin. Eros non esitò poi a volare a Dobric, divenne amico dei direttori del coro, Zahari Mednicarov e sua moglie Fanny Mednicarova. Fu l’inizio di una storia di canto corale bellinzonese, per la quale non basta la pagina di un giornale. Il coro infatti si è fatto conoscere forse più all’estero che in patria, ha cantato dalla Scandinavia alle isole del Mediterraneo, da Varna sul Mar Nero a Buenos Aires, ha calcato palcoscenici prestigiosi, dalla Sala Rachmaninov del Conservatorio di Mosca al Teatro Teresa Carreno di Caracas, ha partecipato a manifestazioni importanti, dall’Estival di Parigi al Festival di Atene.
La scelta di un repertorio sempre più colto ha chiesto tempi di formazione della voce e di studio delle partiture sempre più lunghi e sulla scena Eros ha progressivamente portato quasi solo coristi oltre la muta della voce: di fatto oggi i Cantori della Turrita sono un autentico coro femminile.
La melomania è una virtù contagiosa. Nella vicina Mesolcina un gruppo di persone virtuose preoccupati per la qualità del tempo libero dei giovani della Valle ha chiamato Eros Beltraminelli, a costituire e dirigere il Coro Polifonico del Moesano, quasi un gemello dei Cantori della Turrita, dei quali ha ottenuto gli stessi successi di pubblico e di critica.
Lunedì 14 luglio ai funerali nella Chiesa San Biagio di Ravecchia si sono ritrovate alcune decine di ex coriste, che hanno assicurato alla Messa un contesto musicale di alta qualità e un momento finale di commozione con Leka nosh (Buona notte) un canto del compositore bulgaro Todor Popov (1921-2000), presente sempre nel repertorio dei due cori di Eros.