Dopo il ‘Morte all'Idf’ scandito dal palco del festival musicale inglese di Glastonbury, l'insulto all'attivista statunitense ucciso
Nuova bufera sul duo punk-rap britannico Bob Vylan, già investito dalle polemiche trasformatesi in pubblicità per lo slogan contro l'esercito israeliano (“Morte all'Idf”) scandito dal palco del festival musicale inglese di Glastonbury, come protesta per la sanguinosa guerra a Gaza.
Il frontman della band, Bobby Vylan, durante un'esibizione ad Amsterdam, ha annunciato di voler dedicare una canzone a Charlie Kirk, l'attivista americano pro Trump assassinato nello Utah la settimana scorsa, definendolo “come essere umano, un assoluto pezzo di m...”, oltre a sostenere che era stato ucciso per quanto aveva detto in precedenza. Parole che hanno acceso una polemica nei Paesi Bassi, portando il locale di Tilburg – lo 013, che doveva ospitare la prossima esibizione dal vivo del duo domani sera – a cancellare l'esibizione, affermando che il frontman era andato “oltre il limite” con le sue dichiarazioni. Vylan ha risposto dal suo profilo di X, affermando di non aver voluto celebrare la morte di Kirk, ma di aver criticato in modo dispregiativo l'attivista americano.