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Quando salute e malattia diventano un giallo su cui indagare

Leggendo le indagini mediche raccontate da Edlow in ‘Medical detective’ si scopre come davvero procede il lavoro del medico

1 aprile 2025
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Quando stiamo male e andiamo dal medico, quello che ci aspettiamo è una soluzione ai nostri problemi: desideriamo che risolva la spossatezza o faccia cessare il vomito, che ci passi quel mal di testa tanto invalidante, che il dolore al ginocchio se ne vada senza ricomparire. In genere vorremmo anche sapere perché siamo stati male, per evitare che possa capitarci di nuovo. Eppure, il nostro corpo non funziona sempre seguendo meccanismi di causa-effetto semplici e lineari: può capitare che una certa patologia venga definita “idiopatica”, ovvero che non abbia una ragione apparente – o meglio, che quella ragione non sia conosciuta.

In questo panorama si colloca l’affascinante ‘Medical detective. 15 indagini mediche’ di Jonathan A. Edlow, pubblicato da Aboca. Questa raccolta di racconti brevi – l’autore dedica in media una ventina di pagine a ognuno – ci porta a seguire i passi di medici di famiglia, epidemiologi e altri specialisti nel cercare di risolvere casi complicati. A volte i sintomi sono così generici da non poter essere ascrivibili facilmente a una certa patologia, gli esami diagnostici non trovano anomalie, e chi deve suggerire una soluzione fatica a trovarne una. In alcune situazioni si formula una diagnosi possibile, che viene però smentita da ulteriori indagini, o dal mancato funzionamento della terapia. Il medico diventa un po’ detective: propone e valuta ipotesi, approfondisce per verificare quale sia quella corretta, escludendo piste e rivolgendo molti, molti quesiti. Ed è importante esprimerli nel modo giusto: “Spesso l’uso del gergo medico va a discapito del paziente. Da quando ho imparato a porre le domande in modo diverso, vengo a sapere più cose dai pazienti. In passato, quando facevo domande sulle medicine, spesso non ricevevo risposta, o perché i pazienti si vergognavano ad ammettere di assumere farmaci senza prescrizione o semplicemente perché non erano abituati a considerare ‘farmaci’ alcuni prodotti come le erbe o altri integratori alimentari”. Con l’aggravante del tempo, che quando il paziente è in condizioni critiche non è molto, e, se si tratta di un’epidemia o di una sostanza tossica che si può propagare, il tempismo è fondamentale per evitare che più persone vengano colpite dallo stesso problema.

Non si tratta di una recensione semplice, perché vorrei evitare a ogni costo di fare spoiler a chi intende leggere il libro – cosa terribile per un giallo. Si impara, però, davvero molto su come procede il lavoro dei medici, oltre che su microrganismi, patologie, tossine, vitamine. E anche sulla storia della medicina e su quanto possa essere semplice colpire quella tanto fragile, quanto preziosa ricchezza che è la nostra salute. Se vi piacciono i gialli e vi affascina capire come i medici riescano a risalire alle cause, a partire dai sintomi, in casi difficili, questo è senz’altro il libro che fa per voi. Sconsigliato a chi è ipocondriaco: ci sono oggetti di uso comune che non credo riuscirò più a vedere nello stesso modo. Ma, senza dubbio, è utile per imparare a temere malattie e microrganismi dei quali non si conosceva nemmeno l’esistenza…