Danza e matematica, il mondo della performer e coreografa nata a Locarno, che porta il nuovo spettacolo nella sua città. Allo Spazio Elle il 21 e 22 marzo
Nasce all’interno di ExtraTimePlus, l’evento che riunisce far° Nyon, Südpol Luzern, il FIT Festival e il Lac per incoraggiare la scena emergente delle tre regioni linguistiche a livello nazionale. Il titolo, non ci sono troppi calcoli da fare, è ‘probabilità’ che ha fatto una capriola. ‘Bi-tà’, allo Spazio Elle di Locarno venerdì 21 e sabato 22 marzo, è l’invito di Bianca Berger, performer e coreografa ticinese, studi a Copenhagen e poi a Reggio Emilia, la laurea in Danza e Coreografia nella Scuola Nazionale Danese di Performing Arts della capitale (danese) e gli studi di matematica a Bologna, chiave di lettura dello spettacolo di cui scriviamo.
Per inquadrare l’esperienza. Si viene da ‘Fermati al limite’, presentato nel 2022 al Teatro San Materno, la prima volta in cui Bianca ci ha raccontato il suo unire danza e numeri. «Ho continuato la mia ricerca tra danza e matematica, con la seconda come strumento coreografico», ci dice oggi. «In questo progetto specifico ho utilizzato lo spazio delle probabilità e la danza e uno degli obiettivi è quello di creare parallelismi tra un concetto matematico e ciò che va in scena», intenzione retta da un desiderio principale: «Far sì che una volta che il pubblico entra nella scena, nello spazio della performance, non sia mero pubblico che guarda bensì parte integrante di uno spazio matematico».
In ‘Bi-tà’, Bianca è una funzione che trasforma esiti in numeri; gli esiti sono il pubblico, i numeri i suoi movimenti, improvvisati ma precisi, collegati a un percorso nello spazio che rappresenta a sua volta dei numeri. «Sono cosciente del fatto che non sia facile entrare in uno spazio teatrale e ritrovarsi dentro uno spazio matematico. Ho cercato di facilitare l’entrata in questo processo registrando una voce iniziale di aiuto, e inserendo un momento più giocoso e ludico in cui chiedo al pubblico di fare delle scelte: in base ai risultati, produco dei calcoli che vanno a influenzare la danza che verrà».
Anche la musica che verrà influenzata. Se ne occupa in tempo reale Metunar, all’anagrafe Adriano Capizzi, musicista incontrato da Bianca allo Swiss Synthesizer Meeting di Locarno due anni fa: «Abbiamo lavorato assieme per settimane, cercando di capire quale ruolo potesse avere la musica in questo contesto». Perché anche la musica suonerà in base ai risultati delle operazioni matematiche, primo passo di quella che nei desideri di Bianca è «una fusione totale con i numeri».
I calcoli di Bianca Berger hanno un posto sulle pareti della scena. Sono calcoli complessi ai quali viene in soccorso una macchina («Mi ci vorrebbe troppo tempo per farli personalmente»); i risultati avranno la forma di un nodo, fatto a una corda. Rispetto a ‘Fermati al limite’, ‘Bi-tà’ è «da una parte una continuazione e dall’altra uno sviluppo. Anche in ‘Fermati’ lo strumento era la matematica, ma lì non c’era nulla che interferisse con il calcolo della mia coreografia. Nel caso di ‘Bi-tà’ invece, ho scelto un argomento matematico che mi permette di dare più incertezza alla coreografia e unirvi un aspetto divulgativo, che è anche fonte di leggerezza». Qualcuno ride, tanto per capirci.
Torniamo su domande già fatte, ma con risposte da aggiornare: ‘Bi-tà’ aiuterà gli scarsi in matematica con traumi scolastici a farsela piacere almeno un po’? «Forse sì, o almeno sono io a sperare che la matematica non sia così ostica per alcuni». La reazione del pubblico? «La prima parte dello spettacolo è molto seria, come di norma sono io. Più si va avanti e più alcuni tra il pubblico, soprattutto quelli che mi conoscono, arrivano fino a ridere del mio diventare professoressa». Forse sono gli occhiali, dice, o il far di calcolo. «Altri restano concentratissimi e mi chiedono conferma che i calcoli siano corretti (ride, ndr)».
Nel futuro di Bianca Berger ci sono sempre danza e numeri? «Sì, la mia intenzione è quella di continuare ad approfondire la ricerca sul rapporto tra danza e matematica, capire in quali altri modi poterla sfruttare. Mi piacerebbe fare dei test con ragazzi e ragazze delle scuole, capire come condividerla e cercare altre maniere di utilizzarla in forma di linguaggio, come strumento coreografico». A che punto siamo del percorso? «Non posso dire che siamo agli inizi, ma quasi. La mia intenzione è quella di arrivare molto più avanti» (prenotazioni per ‘Bi-tà’: biancashakti.berger@gmail.com).