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‘Divina Signa’ tra le impronte di Toroni

La nuova creazione della compagnia MOPS_DanceSyndrome andrà in scena domenica 18 maggio al Museo Casa Rusca di Locarno

Ela Franscella
15 maggio 2025
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A volte basta un pennello numero 50 caricato di colore per cambiare il ritmo del mondo. A Locarno, quello di Niele Toroni ha lasciato il segno ogni trenta centimetri, come un metronomo muto. E tra quei segni, nel Museo Casa Rusca, si muoveranno sei danzatori con Sindrome di Down. Divina Signa, nuova creazione della compagnia MOPS_DanceSyndrome, andrà in scena domenica 18 maggio, in occasione della Festa Danzante Ticino e della prima retrospettiva museale svizzera dedicata a Toroni, Impronte di pennello n. 50, dal 1959 al 2024, allestita proprio al Museo Casa Rusca. “Toroni si definisce un pittore minimalista, ma nella nostra ricerca il suo segno è diventato qualcosa di sacro. Da qui: divina signa”.

Ela Franscella è immersa nei preparativi: costumi, dettagli, logistica. "È come preparare un matrimonio che arriva sotto data", racconta la direttrice artistica. MOPS_DanceSyndrome è oggi l’unica compagnia professionale in Europa composta unicamente da giovani adulti con Sindrome di Down. "Ci sono realtà amatoriali, e ci sono formazioni miste. Ma una compagnia indipendente come la nostra, no".

Fondata nel 2005, MOPS nasce come progetto di ricerca. "Ho iniziato quando ho fatto il primo spettacolo al Teatro Kursaal. Dopo una performance, c’è stata una standing ovation. E lì ho capito: c’era qualcosa che toccava le persone.” I danzatori della compagnia che andranno in scena sono sei: Gaia Mereu, Fatima Soumaré, Stefano Saladino, Sara Parise, Zoe Tissières e Simone Lunardi. “Con Simone, che è con me dall’inizio, ho iniziato la mia ricerca personale sull’arte oggettiva. Senza sapere che avrebbe portato a tutto questo”.

Coreosofia, non coreografia

Ridurre la compagnia alla diagnosi genetica dei suoi danzatori è come recensire una sinfonia parlando solo della lunghezza degli archetti. “La diversità per noi è un plus valore. Quando la gente viene da noi cambia sguardo, perché capisce che c'è un metodo preciso per far sì che possano memorizzare e portare in scena uno spettacolo in completa autonomia.”
Quel metodo – convalidato da varie università e raccolto nel libro Arte, cultura e società - il Libro sulla MOPS, in collaborazione con l’Università di Torino e il DAMS – è troppo complesso per essere liquidato in una breve citazione. “Facciamo un lavoro tecnico sul corpo, sullo spazio, sulla coscienza di sé. Tutto quello che si fa in una scuola di danza”. Ma la coreografia è solo una parte del lavoro. "Bisogna avere legami solidi tra di loro e tra loro e noi. Il rispetto, l'ascolto, il connettersi, per me, è la base del rapporto umano”.

Franscella utilizza una parola ispirata alla tradizione labaniana: coreosofia. "È un’operazione che parte da una dimensione meditativa e va verso lo spirituale. Per me è importante che l’arte arrivi dritta all’anima. L'arte oggettiva non ha bisogno di mediazioni”.

Ventuno minuti

Divina Signa dura 21 minuti. Non uno di più, non uno di meno. "Il 21 non è casuale: è il numero della Trisomia 21. La brevità ha una grande forza, come l'haiku: non serve un poema di una pagina, con tre versi svela tanti universi”. La proposta è arrivata da Sébastien Peter, direttore del Museo Casa Rusca, e da Tiziana Conte della Festa Danzante. Non è la prima volta che la MOPS lavora in risonanza con le arti visive: tra le collaborazioni, anche quella con il Museo d’Arte e di Storia di Ginevra, dove sono stati invitati in dialogo con le opere di Wim Delvoye.

Ma cosa cambia quando la danza esce dal teatro? “Quando siamo nei musei facciamo pure danza culturale: il pubblico però è più vicino a noi, così da interagire maggiormente con la nostra danza. Nelle case per anziani o nelle scuole era diverso: restavamo con il pubblico dopo lo spettacolo a discutere e si instaurava con loro una relazione ancora più personale”.

Un futuro da scegliere

Nel 2022, la compagnia ha trovato casa: la Casa dell’Arte MOPS, a Locarno. "Questo ci permette di scegliere che lavori portare avanti. Ma siamo una non profit, e dobbiamo sempre dimostrare il nostro valore per la ricerca fondi. Questa è la spada di Damocle sul collo che ci ha affaticato in questi anni". MOPS ha ottenuto, tra gli altri, il Premio Pro Ticino 2018 e il riconoscimento “Patrimonio delle arti sceniche” 2021 da parte dell’Ufficio federale della cultura. Franscella immagina che alcune traiettorie possano germogliare altrove: “Io spero di aver dato qualche teoria o strumento che permetta anche ad altri di aprire gli occhi e vedere altro. Ci hanno detto che con la nostra danza è come se aprissimo un nuovo ecumenismo. Non è male, come cosa”.