Da Sorrentino a Del Toro, da Jarmusch a Lanthimos, il Lido accoglie grandi autori e nuovi sguardi
Tutto quasi pronto al Lido, per questa Venezia 82 che segna per il direttore artistico Alberto Barbera un record come guida della Mostra internazionale d’arte cinematografica, dove ha cominciato con un triennio, dal 1999 al 2001, prima di cominciare una corsa non ancora conclusa dal 2012 a oggi. La sua presenza è una sicurezza per il mondo cinematografico che circonda la Mostra: Barbera ha i suoi attori internazionali che gli assicurano il tappeto rosso – facciamo solo due nomi tra gli habituée: Cate Blanchett e George Clooney – poi ha i suoi autori, pensiamo a Olivier Assayas e Yorgos Lanthimos, e in più il cinema italiano che sbarca al completo al Lido in pellegrinaggio. E questo è un bel peso da portare per Barbera, che comunque da capitano navigato ha messo in pedi un buon programma in Concorso e cercato buon cinema per il contorno, aiutato sempre da una distribuzione italiana attenta ai titoli e soprattutto alla vendibilità del cast.
Un bel confronto per la doppia inaugurazione: domani 26 agosto si apre con il capolavoro mai terminato di Erich von Stroheim, quel ‘Queen Kelly’ che mai fu visto in sala negli Stati Uniti e che a Venezia si vedrà nella nuova versione restaurata da Dennis Doros, la seconda, dopo quella che presentò proprio qui nel 1985. “Poiché il recupero di un film mai completato è impossibile, questa versione del 2025 di ‘Queen Kelly’ si propone come ricostruzione di ciò che il film di Von Stroheim avrebbe potuto essere, tenendo conto del materiale filmato nel 1928 e 1929” ha spiegato Doros. Domani lo si vedrà con l’accompagnamento dal vivo del Syntax Ensemble su una nuova colonna sonora originale di Eli Denson.
Mercoledì l’inaugurazione ufficiale con l’atteso ‘La grazia’ di Paolo Sorrentino con il fedele Toni Servillo e Anna Ferzetti, un film su cui domina un segreto sulla trama: si sa che è una storia d’amore e basta. Barbera ha spiegato: "Mi piace ricordare che Sorrentino è uno dei più importanti e apprezzati autori italiani a livello internazionale e che esordì proprio con me alla Biennale di Venezia nel 2001 con il suo primo film, ‘L’uomo in più’”. Questo è tutto, basta fidarsi.
Sembra, sempre domani, più interessante ‘Mother’ di Teona Strugar Mitevska, un film su Madre Teresa di Calcutta che la regista studia da 25 anni. Ma guardiamo il Concorso. Oltre al film di Sorrentino concorrono a Venezia 82 ‘Le mage du Kremlin’ di Olivier Assayas con Paul Dano e Jude Law, 156 minuti per raccontare la presa del potere di Putin; aspettiamo tutti anche ‘Jay Kelly’ di Noah Baumbach che ha tra gli interpreti George Clooney, Adam Sandler e Laura Dern. Ma con più interesse cercheremo di non perdere ‘The voice of Hind Rajab’ di Kaouther ben Hania, un film su Gaza e su Hind Rajab, una bambina palestinese di sei anni trovata morta a Gaza il 10 febbraio 2024 assassinata insieme ai suoi parenti da un carro armato israeliano. Regalerà adrenalina ‘A House of Dynamite’ di Kathryn Bigelow con Idris Elba e Rebecca Ferguson, mentre una grande storia d’amore è promessa da ‘Ri gua zhong tian’ (Il sole sorge su noi tutti) del cinese Cai Shangjun. Ma di sicuro uno dei film più attesi in questa Mostra è il ‘Frankenstein’ di Guillermo Del Toro con un cast che conta su Oscar Isaac, Jacob Elordi, Christoph Waltz, Mia Goth e Lars Mikkelsen. Molto si parla di ‘Bugonia’ di Yorgos Lanthimos con la sua musa Emma Stone, e del ritorno di Jim Jarmusch che porta sulla laguna ‘Father Mother Sister Brother’ con un cast che farà la gioia degli amanti dei tappeti rossi: Tom Waits, Adam Driver, Mayim Bialik, Charlotte Rampling, Cate Blanchett protagonisti, così per giocare, di un film in forma di trittico, con tre storie che raccontano le relazioni tra figli adulti e genitori piuttosto distanti, e tra fratelli. Folta la squadra italiana, che vede in Concorso ‘Elisa’ di Leonardo Di Costanzo, coproduzione svizzera, una storia di un percorso interiore, quello di una donna in carcere perché ha compiuto un atto di estrema violenza. Di un'altra donna si occupa Pietro Marcello in ‘Duse’ sulla divina Eleonora Duse, mentre annuncia polemiche ‘Un film fatto per Bene’ di e con Franco Maresco sulla sua idea di cinema e il rimpianto di Carmelo Bene. Non ultimo tra gli italiani, il già Leone d’Oro Gianfranco Rosi con un film documentario in bianco e nero, ‘Sotto le nuvole’, che spiega così: “Ho girato e vissuto per tre anni all’orizzonte del Vesuvio cercando le tracce della Storia, lo scavo del tempo, ciò che resta della vita di ogni giorno”.
La Francia porta ancora dei film tra produzioni e coproduzioni, molto ci aspettiamo da ‘À pied d’œuvre’ di Valérie Donzelli con Bastien Bouillon, André Marcon e la ritrovata Virginie Ledoyen, forse il film, sulla carta, più attento al destino dei giovani d’oggi in cerca d’identità. Anche ‘Silent Friend’ di Ildikó Enyedi è coprodotto dalla Francia, insieme a Ungheria e Germania: “Questo film – afferma il regista – parla, con l’aiuto di onde luminose e sonore accessibili agli occhi e all’orecchio umani, delle percezioni del mondo al di fuori di questi limiti”. E al centro della storia c’è un ginkgo biloba.
Ancora Ungheria con Francia troviamo con ‘Orphan’ di László Nemes che ci riporta all’invasione sovietica del 1957. Mentre sola la sua Francia produce ‘L’étranger’ di François Ozon che in bianco e nero rilegge Camus, sfidando la rilettura di Luchino Visconti con Marcello Mastroianni. Un ritratto storico giunge dal Regno Unito e va in Concorso ‘The Testament of Ann Lee’ di Mona Fastvold, una favola epica ispirata alla vita di Ann Lee, fondatrice degli Shakers, un movimento religioso radicale nato alla fine del XVIII secolo. Un altro ritratto, la storia del lottatore Mark Kerr, leggenda delle arti marziali miste, viene dagli Stati Uniti con ‘The Smashing Machine’ di Benny Safdie. Da Oriente, quello lontano, vengono infine ‘Eojjeol suga eopda’ (Nessun’altra scelta) di Park Chan-wook, film della Corea del Sud che esamina il mondo delle aspirazioni che diventano delusioni, e ‘Nühai’ (Ragazza) di Shu Qi, un film di Taipei, la regista dice del suo lavoro che “sarà un film artistico e drammatico, e spero che possa avere un impatto positivo sul pubblico”.
È il desiderio che hanno tutti questi film, in Concorso qui al Lido.