Spettacoli

Emmy Awards: 13 premi a ‘The Studio’, ‘The Pitt’ batte ‘Severance’

Mai una serie comica aveva vinto tanti premi in un anno. Il dramma ospedaliero batte la distopia aziendale, ‘Adolescence’ Miglior miniserie

Seth Rogen, incetta di statuette per ‘The Studio’
(Keystone)
15 settembre 2025
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La satira hollywoodiana ‘The Studio’ (Apple TV+) è la grande vincitrice degli Emmy di quest’anno con 13 premi. Mai prima d’ora una serie comica aveva vinto così tanti premi in un solo anno. Piena zeppa di star, ‘The Studio’ racconta la storia del nuovo direttore di uno studio di produzione cinematografica che cerca disperatamente di conciliare arte e commercio. Anche l’attore protagonista, co-sceneggiatore e co-regista Seth Rogen ha vinto l’ambito premio televisivo in queste categorie. “Mi vergogno da quanto sono felice”, ha detto Rogen, ringraziando anche l’amministratore delegato di Apple Tim Cook, seduto in platea. Grande successo anche per il dramma ospedaliero ‘The Pitt’, Miglior serie drammatica, battendo la tanto amata distopia aziendale ‘Severance’ (Apple TV+) – che si è dovuta accontentare del premio a Britt Lower, migliore attrice protagonista per l’interpretazione di Helly R. e quello al collega di supporto Tramell Tillman – e la popolare satira sulle vacanze di lusso ‘The White Lotus’ (Sky Atlantic).

Complessivamente cinque i premi vinti da ‘The Pitt‘, tra cui quello a Noah Wyle: candidato agli Emmy per cinque volte consecutive tra il 1995 e il 1999, senza successo, per il ruolo di John Carter in ‘E.R. - Medici in prima linea’, Wyle ha potuto finalmente festeggiare l’Emmy per il miglior attore protagonista in una serie drammatica. “Dedico questo riconoscimento a tutti quelli che sono di turno stanotte, che smontano o che stanno per entrare: sono lì per noi”, ha detto in omaggio al personale ospedaliero. Sul palco anche Katherine LaNasa, migliore attrice non protagonista per il ruolo della caposala del pronto soccorso.

‘Adolescence’ (Netflix) è la Miglior miniserie dell’anno. L’avvincente dramma adolescenziale in quattro parti racconta la storia dell’omicidio di una studentessa da parte di un altro adolescente. Il giovane attore Owen Cooper ha vinto il premio come Miglior attore non protagonista in una miniserie per la sua complessa e sorprendente interpretazione del colpevole. Cooper, quindicenne, è il più giovane attore maschile ad aver vinto un Emmy Award per la recitazione. Quello che nel film è il padre, Stephen Graham, ha ricevuto il premio come Miglior attore protagonista. Tra i sei Emmy conferiti alla miniserie ci sono anche quelli a Graham come sceneggiatore e produttore e a Erin Doherty, migliore attrice non protagonista nei panni della psicologa. Solo Cristin Milioti è riuscita a interrompere la corsa trionfale di ‘Adolescence’: “Vi amo, amo recitare!”, ha gridato emozionata ricevendo la statuetta come miglior attrice per ‘The Penguin’ (Sky Atlantic).

Grida di battaglia

A partire dalla scelta del presentatore – Nate Bargatze, considerato un comico esplicitamente apolitico –, i produttori avevano promesso un’edizione senza riferimenti politici, soprattutto dopo le tensioni seguite all’uccisione dell’influencer di destra Charlie Kirk. L’attualità è filtrata appena sul palco. Javier Bardem, candidato per la serie crime sui fratelli Menéndez, indossava una vistosa kefiah palestinese. Appartiene all’attrice Hannah Einbinder – Miglior attrice non protagonista in una commedia dopo tre candidature senza successo per la sua interpretazione in ‘Hacks’ (HBO) – il commento più ardito della serata. Alla fine del suo discorso, ha gridato: “Forza Birds! Fanculo l’ICE! E liberate la Palestina!”, il grido di battaglia per la squadra di football dei Philadelphia Eagles (Birds), l’invio ‘a quel paese’ dell’Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, e il Free Palestine. Mentre l’insulto contro la polizia per l’immigrazione statunitense veniva sfumato sulla televisione statunitense, alcune clip online mostravano l’estratto inalterato sul canale canadese CTV2. Dietro le quinte, l’attrice ha aggiunto: “Come ebrea sento l’obbligo di distinguere gli ebrei dallo Stato di Israele” (la collega Megan Stalter aveva posato sul tappeto rosso con una borsa nera riportante la scritta: “Cessate il fuoco ora”). ‘Hacks’, esilarante storia di una comica matura che torna alla ribalta dopo anni di oblio, ha regalato a Jean Smart, 74 anni, il premio come attrice protagonista, vinto anche per le tre stagioni precedenti.

Più pacato il commento sull’attuale politica statunitense da parte di Stephen Colbert, cui due mesi fa è stata annunciata la fine del suo Late Show, ospitato, come gli Emmy Awards, dalla conservatrice CBS. Il presentatore non ha nominato Donald Trump, ma la standing ovation riservatagli dal Peacock Theater di Los Angeles è parsa l’atto di solidarietà più esplicito che Hollywood potesse regalare a chi da giugno non potrà più andare in onda. “Già che ho la vostra attenzione, c’è qualcuno che si sta assumendo?”, ha chiesto Colbert all’inizio della premiazione. Più tardi, ricevendo l’Emmy per il miglior talk show di intrattenimento, è diventato più serio: “A volte non sai davvero quanto hai amato qualcosa finché non senti che potresti perderla”, ha detto Colbert, lasciando decidere al pubblico se le sue parole si riferissero al suo programma o allo stato della democrazia negli Stati Uniti. E ha aggiunto: “Non ho mai amato il mio Paese così disperatamente. Dio benedica l’America. Siate forti, siate coraggiosi”. ATS/ANSA/RED