Spettacoli

Zurich film festival, l'occhio d'oro allo svizzero Moris Freiburghaus

Il suo documentario ‘I love you, I leave you’ ha vinto il principale premio del festival insieme alla fiction ‘Father’ di Tereza Nvotová

(keystone)

Per la prima volta nella storia dello Zurich Film Festival (ZFF), l'Occhio d'Oro per il miglior documentario è stato vinto da una produzione svizzera, ‘I love you, I leave you’ del regista zurighese Moris Freiburghaus che ha ricevuto anche il premio del pubblico e una menzione speciale nella categoria ZFF Critics’ Jury Award.

Il documentario racconta la storia del migliore amico di Freiburghaus, il musicista svizzero Dino Brandão, e del suo viaggio in Angola, terra natale di suo padre, per un concerto. Questo viaggio innesca in Brandão un episodio maniacale legato a una depressione bipolare. “Non avevamo mai visto nulla di simile”, si legge nella motivazione della giuria del documentario. Lo “sguardo onesto sulla malattia mentale e i legami incrollabili dell'amicizia e della famiglia" hanno spinto ad assegnare per la prima volta l'Occhio d'Oro in questa categoria a una produzione svizzera.

‘I love you, I leave you’ si è così imposto su altri 13 primi, secondi e terzi lavori, tra cui la coproduzione svizzera ‘La Beauté de l’Âne’ di Dea Gijovci.

Nella sezione fiction, l'Occhio d'Oro è andato alla regista e attrice slovacca Tereza Nvotová per il suo film ‘Father’ che racconta la storia di un padre di famiglia stressato che dimentica accidentalmente la figlia piccola in macchina. "Il film mostra come questo errore possa distruggere ciò che amiamo di più, eppure al centro ci sono compassione, speranza e la resilienza dello spirito umano", ha scritto la giuria, "profondamente commossa dalla maestria artistica e dall'umanità di questo film". Tra le 14 opere in gara per il premio principale c'era anche il film svizzero ‘Wolves’ di Jonas Ulrich.

Hanno ricevuto una menzione speciale ‘Des preuves d'amour (Love Letters)’" della regista francese Alice Douard e ‘Left-Handed Girl’ della produttrice, regista e attrice taiwanese-americana Shih-Ching Tsou.

Il premio della critica è invece stato assegnato al regista zurighese Damien Hauser per il film sperimentale ‘Memory of Princess Mumbi’ che racconta la storia del filmmaker Kuve che nel 2093 viaggia a Umata per documentare le cicatrici di una guerra che ha fatto risorgere antichi regni. “Il film gioca con diversi generi ed è al contempo un omaggio alla storia del cinema - dagli echi spettrali del muto fino al confronto contemporaneo con l'IA nel fare cinema", così la giuria, che elegge l'opera come miglior film svizzero in programma (escluse le prime di gala).