L'ONS registra un rallentamento al 3,4%, ma il carovita e le tensioni geopolitiche preoccupano ancora
Leggero rallentamento dell'inflazione nel Regno Unito, fissata a maggio a quota 3,4% dai dati diffusi oggi dall'Office for National Statistics (Ons) dopo il balzo al 3,5% inizialmente stimato ad aprile.
Una frenata minima che secondo gli analisti non dovrebbe smuovere la Bank of England: destinata secondo le attese a non abbassare ulteriormente per ora i tassi d'interesse britannici. A pesare sul quadro generale resta il carovita nel settore degli alimentari, i cui prezzi medi si confermano in ascesa, e i timori legati ai conflitti geopolitici internazionali: aggravati dall'apertura di un nuovo fronte fra Israele e Iran, dall'ipotesi di un coinvolgimento Usa e dai contraccolpi ulteriori su mercati come quello dell'energia che potrebbero derivare da un'escalation.
La cancelliera dello scacchiere Rachel Reeves, titolare del tesoro e delle finanze nel governo laburista di Keir Starmer, ha ammesso che il dato non è ancora rassicurante e che c'è "altro da fare" per stabilizzare l'economia. Mentre il cancelliere ombra dell'opposizione Tory, Mel Stride, ha parlato senza mezzi termini di un'inflazione "profondamente allarmante per le famiglie" britanniche.