Esperti divisi sull'impatto dei dazi USA, attesa per la stima della Segreteria di Stato dell'Economia
L'economia svizzera è cresciuta o ha subito una contrazione nel secondo trimestre? Gli esperti sono divisi sul tema. Una cosa è certa: i dazi statunitensi stanno creando difficoltà congiunturali.
Le previsioni degli economisti sono più divergenti che mai: in un sondaggio condotto dall'agenzia Awp i pronostici relativi alla variazione del prodotto interno lordo (Pil), rispetto al trimestre precedente e al netto degli eventi sportivi, vanno da -0,3% a +0,3%. La prima stima della Segreteria di stato dell'economia (Seco) sarà pubblicata tra due giorni, venerdì.
Gli esperti concordano tuttavia sul fatto che l'ottimo inizio d'anno non è proseguito. Nel primo trimestre il Pil era salito dello 0,8%, un valore nettamente superiore alla media: aveva pesato in particolare l'effetto di anticipazione delle esportazioni prima del cosiddetto "Liberation Day" di inizio aprile, quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'aumento dei dazi doganali. Per esempio molti aerei carichi di costosi medicamenti sono decollati alla volta degli Usa, spinti dal timore di dazi elevati: nelle statistiche sul commercio estero l'export farmaceutico è aumentato di oltre un terzo in marzo in confronto a febbraio, per poi crollare di quasi un quarto in aprile.
Proprio l'andamento del commercio estero dovrebbe aver ridotto la crescita del Pil nel secondo trimestre. La domanda è: di quanto? "La nostra previsione si basa sull'ipotesi di un forte calo delle esportazioni di merci", afferma Kevin Gismondi della Banca cantonale di Zurigo, che con una previsione del -0,3% è tra i pessimisti. Ma anche gli ottimisti parlano di un "netto rallentamento" di tale componente del Pil.
E il resto? "La domanda interna dovrebbe aver registrato un'evoluzione robusta nel secondo trimestre", sostiene Brian Mandt della Banca cantonale di Lucerna, che scommette su un +0,2% del Pil. A suo avviso, soprattutto i consumi privati dovrebbero essersi rivelati ancora una volta un importante motore di crescita, potendo beneficiare dell'aumento dei salari reali.
Gismondi teme invece una decrescita degli investimenti in attrezzature. In effetti in un recente sondaggio le aziende industriali elvetiche hanno lamentato un calo degli ordini, cosa che dovrebbe ridurre la loro propensione agli investimenti. I dazi del 39% imposti da Trump dovrebbero ora rafforzare questa cautela, offuscando le prospettive future.