
Nel terzo trimestre 2025 il Prodotto interno lordo svizzero è diminuito dello 0,5 per cento. Il risultato è peggiore delle nostre aspettative e sottolinea le attuali difficoltà congiunturali. C’è però speranza per un miglioramento.
Si tratta della minor crescita degli ultimi cinque anni. Con l’annuncio dei dazi americani al 39 per cento ci si attendeva che l’economia potesse rallentare verso una stagnazione, eppure una crescita negativa non era prevista negli scenari di base della maggior parte degli economisti. Grazie alla prima stima flash corredata da un breve commento da parte della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) è possibile fare una prima analisi della situazione congiunturale anche se i dati completi ancora non sono disponibili.
Ampliando l’attenzione anche ai dati riguardo al commercio internazionale e al mercato del lavoro ci si accorge che la situazione non è rosea. Nonostante non siano soggette ai dazi, le esportazioni di prodotti chimici e farmaceutici sono calate nel terzo trimestre, forse anche in seguito al forte aumento dei trimestri precedenti nei quali gli importatori americani hanno fatto scorta di prodotti. Quelle della restante industria stagnano da più di un anno. Inoltre, pure il settore dei servizi, tendenzialmente più orientato all’economia interna, si è evoluto in maniera inferiore alla media. Questo è un’indicazione di un rallentamento del consumo interno, legato anche al peggioramento sul mercato del lavoro, dove il numero di disoccupati registrati ai Centri regionali di collocamento è aumentato notevolmente.
La Svizzera, economia aperta e orientata al commercio, attraversa dunque una fase difficile frutto della domanda estera che resta a un livello basso. In quest’ottica l’accordo doganale con gli Stati Uniti per abbassare i dazi al 15 per cento dà una boccata d’ossigeno rimuovendo lo svantaggio delle aziende svizzere verso i concorrenti europei. Più a medio termine i piani d’investimento nell’Unione europea in armamenti e infrastrutture contribuiranno a uno stimolo congiunturale. Non resta che stringere i denti e investire nell’innovazione, la chiave del successo economico svizzero.
