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Fornasette, forse 16 migranti di due nuclei familiari allargati

All'origine delle polemiche a ridosso del confine, c'è la carenza di comunicazione dopo l'avvio dei lavori all’ex caserma dei carabinieri

Una veduta esterna del futuro centro di accoglienza per richiedenti l’asilo a circa 150 metri dal confine
(Ti-Press)
2 marzo 2025
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Nel Cas (Centro di accoglienza straordinaria per richiedenti l'asilo internazionale) di Fornasette, una volta terminati i lavori di ristrutturazione dell'ex caserma dei carabinieri, dismessa da una dozzina di anni, dovrebbero arrivare nonni, genitori e nipoti, componenti di due nuclei familiari allargati per complessivi sedici persone. Tutti migranti in fuga dai loro Paesi di origine. Il condizionale è obbligatorio in quanto non è scontato che a ridosso della frontiera con il Ticino gli asilanti, così come disposto dal Ministero dell’interno, arriveranno. Potrebbero essere ospitati altrove. E non è detto che la nuova destinazione debba essere in provincia di Varese, anche se la tensione delle scorse settimane sembra essersi stemperata.

Una tensione dovuta soprattutto alla carenza di comunicazione. C’era chi sapeva da mesi che al Cas di Fornasette non sarebbero arrivati una trentina di clandestini, bensì due nuclei familiari allargati. Se ciò fosse stato comunicato nel momento in cui sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’ex caserma (lavori finanziati dal Viminale) molte polemiche (spesso strumentali), sorte al di qua e al di là della frontiera, si sarebbero evitate. C'è chi ha parlato di spaccio di droga e di fuga in Ticino, ipotizzando una situazione fuori controllo, per cui pericolosa per Luino e Tresa. Pericoli decisamente fuori luogo per l’eventuale Cas di Fornasette. Non solo per la tipologia di asilanti che il Viminale ha deciso di destinare alla struttura a ridosso della frontiera, ma al fatto che in un Centro di accoglienza straordinaria gli asilanti sono quotidianamente seguiti da medici, infermieri, insegnanti e volontari, che per la struttura di Fornasette sono riconducibili alla Cooperativa Sociale San Marco, che è attiva in varie province del Nord Italia.

Per gli ospiti dei Cas sono previste regole molto rigide: se si allontanano o si rendono protagonisti di qualche reato perdono il diritto all'asilo internazionale, per cui vengono immediatamente rispediti nei loro Paesi d’origine. Attualmente in Italia sono attivi 3’100 Cas: quasi 100mila gli asilanti ospitati. A memoria d’uomo non si ha notizia di problemi causati dagli asilanti ospiti nei Cas gestiti dalle cooperative comasche.