Un soldato racconta a Sky News gli ordini di sparare a chiunque entri nelle no-go zone, indipendentemente dalla minaccia
Un riservista israeliano che ha prestato servizio per tre volte a Gaza ha dichiarato a Sky News, in una rara intervista davanti alle telecamere, che alla sua unità veniva spesso ordinato di sparare a chiunque entrasse nelle aree definite dai soldati come no-go zone, indipendentemente dal fatto che rappresentasse una minaccia o meno, una pratica che, a suo dire, lasciava civili morti sul posto.
"Abbiamo un territorio in cui ci troviamo, e gli ordini sono: chiunque entri deve morire - ha spiegato - Se sono dentro, sono pericolosi, bisogna ucciderli. Non importa chi sia".
Parlando in forma anonima, il soldato ha affermato che "le truppe uccidevano i civili in modo arbitrario", aggiungendo che i criteri per aprire il fuoco sui civili variano a seconda del comandante.
Il soldato è un riservista della 252a Divisione delle Forze di Difesa Israeliane. È stato assegnato due volte al corridoio di Netzarim, una stretta striscia di terra che attraversa la Striscia di Gaza centrale all'inizio della guerra, dal mare al confine con Israele.