Oltre 2.100 morti e mezzo milione di persone senza casa. L'appello dell'Oim e dell'Unicef per un aiuto urgente
Più di 2.100 morti, 3.600 feriti, quasi 7.000 case distrutte e mezzo milione di persone colpite che ora vivono senza un riparo adeguato, cibo o acqua potabile, mentre l'inverno è alle porte.
È il quadro della devastazione causata dai recenti terremoti nelle province orientali dell'Afghanistan, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che, insieme all'Unicef, fa appello alla comunità internazionale perché si impegni a sostenere la popolazione afghana "prima che arrivi il rigido inverno", in questi paesi di montagna.
Le organizzazioni descrivono una situazione fatta di strade crollate e rocce che bloccano le valli e rallentano i convogli di emergenza. Per raggiungere alcuni villaggi, ci vogliono diverse ore a dorso d'asino.
Ma l'isolamento non è l'unico ostacolo: "Le infrastrutture limitate e le norme sociali molto conservatrici rendono questa crisi una delle risposte di emergenza più complesse che abbiamo dovuto gestire", ha dichiarato il rappresentante dell'Unicef, Tajudeen Oyewale.
Le nuove misure imposte dalle autorità talebane contro il personale femminile delle Nazioni Unite complicano la risposta dell'organizzazione. Il 7 settembre, le forze di sicurezza afgane hanno impedito al personale femminile afghano delle Nazioni Unite di accedere ai locali dell'organizzazione nella capitale, Kabul, una restrizione che è stata successivamente estesa agli uffici regionali, tra cui Herat a est e Mazar-i-Sharif a nord.
Secondo la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), questi divieti si applicano anche ai viaggi sul campo, anche per le operazioni salvavita per le donne colpite dai terremoti e mettono a rischio la fornitura di assistenza da parte delle donne per le donne, che è essenziale nel contesto afghano, oltre a costituire una violazione delle norme internazionali sull'immunità del personale delle Nazioni Unite".
Secondo le agenzie Onu, dunque, l'urgenza è ora duplice. Oltre a lesioni e traumi, c'è la minaccia del freddo. "Le province colpite ospitano 3,7 milioni di persone, tra cui quasi 800.000 sfollati a causa del disastro, ma anche di due decenni di conflitto in Afghanistan e con l'avvicinarsi dell'inverno, la loro situazione non potrà che peggiorare".