Bruxelles invia una richiesta ai sensi del Digital Services Act per verificare misure anti-truffa; possibili indagini e sanzioni fino al 6% del fatturato
"La Commissione ha inviato una richiesta di informazioni in base al Digital Services Act (DSA) a quattro piattaforme online, Microsoft, Google, Apple e Booking, per monitorare e richiedere informazioni su come si assicurano che i loro servizi non vengano utilizzati in modo improprio dai truffatori", ha detto un portavoce dell'esecutivo comunitario.
"È un passaggio essenziale per proteggere gli utenti dell'UE da alcune di queste pratiche e per assicurarsi che anche le piattaforme nell'UE svolgano il loro ruolo", ha spiegato il portavoce. "Non siamo nella fase in cui apriamo un'indagine formale", ha chiarito.
Sul tema, la commissaria europea per la sovranità tecnologica Henna Virkkunen ha dichiarato al "Financial Times" che le perdite derivanti da frodi digitali sono stimate in oltre 4 miliardi di euro l'anno, con l'avvento dell'intelligenza artificiale che rende sempre più difficile intercettare le truffe.
"Vediamo che online si verificano sempre più azioni criminali", ha affermato Virkkunen. "Dobbiamo assicurarci che le piattaforme online facciano davvero tutto il possibile per individuare e prevenire questo tipo di contenuti illegali".
Le autorità comunitarie intendono dunque valutare se le piattaforme stiano davvero facendo tutto il possibile per identificare e rimuovere i contenuti illegali.
La richiesta di informazioni potrebbe aprire la strada a indagini formali e sanzioni fino al 6% del fatturato globale delle società coinvolte, come previsto dal DSA.
La decisione di Bruxelles arriva in un clima di tensione con Washington, dove il presidente Donald Trump ha minacciato ritorsioni commerciali contro i paesi dell'UE accusati di "discriminare" le Big Tech americane.