E' l'ora della pressione sul Cremlino e delle nuove armi a Kiev, per costringere un Vladimir Putin in difficoltà al tavolo dei negoziati. Il nuovo vertice di Londra dei Volenterosi segna innanzitutto un dato: nessuno, tra gli alleati dell'Ucraina, ha intenzione di frenare sul sostegno a Volodymyr Zelensky.
Tutt'altro. Per i venti leader riuniti a Londra è chiaramente il tempo di accelerare nuovamente sulle forniture militari. Le sfumature tra gli alleati, tuttavia, sono ancora una volta presenti. E in questo contesto le mosse dell'Italia non appaiono ancora definite. Secondo Bloomberg la premier Giorgia Meloni starebbe ultimando il 12/o pacchetto di armi per l'Ucraina e sarebbe pronta a inviare i Samp-T. Dopo alcune ore, tuttavia, è arrivata la "categorica" smentita del ministero italiano della Difesa. Con una postilla che però lascio aperto uno spiraglio: "Tutte le forniture militari sono classificate e vengono comunicate esclusivamente nelle competenti sedi istituzionali".
E' probabile che, da qui a fine anno, i dubbi attorno all'invio di forniture militari italiane a Kiev sia sciolto. Secondo Bloomberg, infatti, è proprio entro la fine del 2025 che il governo dovrebbe dare luce verde agli aiuti. "Le decisioni dimostrano il continuo sostegno di Meloni a Kiev, nonostante i margini di bilancio dell'Italia siano molto limitati", ha scritto l'agenzia statunitense, secondo la quale la premier italiana starebbe valutando se attivare la clausola di salvaguardia per la difesa - prevista dall'Ue - una volta uscita dalla procedura per il deficit.
Non solo. Roma potrebbe accodarsi ai Paesi che hanno già aderito a Purl, lo schema Nato che piace a Donald Trump e che prevede che gli Stati europei acquistino armi statunitensi per inviarle a Kiev. La smentita della Difesa italiana mette un freno a questa ridda di ipotesi ma non può nascondere un aspetto: c'è, nell'alleanza transatlantica, un certo pressing sull'Italia affinché muova risorse così come chiesto da Washington e come ricordato, con toni a dir poco bruschi, da Peter Hegsteh all'ultima ministeriale della Nato a Bruxelles.
A Londra, del resto, è di forniture di armi che si è parlato soprattutto. Il primo ministro britannico Keir Starmer, ricevendo Zelensky a Downing Street, ha sottolineato come gli Alleati dovrebbero aumentare le capacità missilistiche a lungo raggio dell'Ucraina.
"Consegneremo missili Aster aggiuntivi, nuovi programmi di formazione e nuovi Mirage", ha assicurati Emmanuel Macron, in videocollegamento con la riunione al pari di Meloni. "Centinaia di migliaia di russi stanno morendo per la folle aggressione di Putin. La verità è che Putin sta perdendo soldi, truppe e idee", ha osservato il segretario generale Mark Rutte spiegando tuttavia che sulla tipologia di missili da inviare a Kiev la scelta spetta ai singoli governi.
Meloni ha dal canto suo rimarcato un aspetto non nuovo alla sua strategia sull'Ucraina: l'allineamento tra Europa e Stati Uniti. "E' importante l'unità tra le due sponde dell'Atlantico nel perseguire un cessate il fuoco da cui venga avviato un credibile percorso negoziale che prenda le mosse dall'attuale linea di contatto", ha affermato la premier italiana.
E' proprio su quest'unità che i Volenterosi ora vorrebbero contare. Dall'annuncio del vertice di Budapest a quello delle nuove sanzioni Usa sul petrolio contro la Russia il salto è stato notevole. Ma il presidente americano ha abituato i suoi alleati europei a giravolte spesso spiazzanti. Serve cogliere l'attimo, proprio mentre Usa e Russia, dopo lo strappo, provano a ristabilire un dialogo.
Zelensky, dopo aver sferzato l'Ue al summit dei 27, ha chiamato i Volenterosi a guardare in faccia alla realtà, "Putin vuole un disastro umanitario in Ucraina quest'inverno", ha scandito il leader di Kiev con un richiamo ai recenti raid sulle infrastrutture energetiche. Sul punto di partenza dei negoziati, la linea di contatto attuale, Zelensky non ha fatto passi indietro. Ha però avvertito i suoi Alleati e indirettamente anche Trump su un punto: "eventuali scambi di territori non devono premiare l'aggressore. Una soluzione funziona se è forte e equa".