Estero

Media, scontri a Tripoli tra milizie affiliate alla Radaa

24 novembre 2025
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Si è nuovamente infiammata la periferia sud di Tripoli, in Libia, dove nella serata di ieri e nelle ultime ore sono stati registrati scontri armati nell'area di Ain Zara tra la Forza operazioni speciali, conosciuta anche come 42ama brigata e guidata da Hakim al Sheikh, e unità della polizia giudiziaria legate all'ex capo del corpo, Osama Najim Almasri, entrambe considerate afferenti all'apparato di dissuasione Radaa.

Secondo fonti locali e post in arabo rilanciati sui social, diversi civili sono rimasti feriti da colpi vaganti e schegge, confermando quanto già riportato da media libici. Fonti mediche citate da canali libici su X e Facebook riferiscono di "un numero di cittadini feriti" nella zona di Ain Zara, colpiti da schegge e proiettili durante gli scontri, con trasferimenti di feriti verso gli ospedali della capitale. Alcuni video diffusi da pagine locali mostrano auto danneggiate e persone soccorse per ferite da esplosione, mentre un canale Telegram molto seguito ha pubblicato immagini di almeno un combattente ucciso, presentato come appartenente alla componente giudiziaria, elemento che non è tuttavia verificabile in modo indipendente.

Sul piano ufficiale, la direzione operazioni e sicurezza giudiziaria, da cui dipendono formalmente le unità della polizia giudiziaria, ha diffuso una nota sui social in cui nega qualsiasi coinvolgimento "in scontri militari nella zona di Ain Zara", prendendo le distanze dalle milizie indicate dai media come fedeli a Almasri. In un altro comunicato, rilanciato da pagine libiche di attualità, la stessa struttura ha smentito che propri uomini siano responsabili degli spari che hanno causato gravi ferite tra i civili, attribuendo l'episodio ad "altre formazioni armate" presenti nell'area.

Secondo diversi osservatori libici e pagine di analisi locale, gli scontri tra la 42ma brigata di Hakim al Sheikh e le unità legate alla polizia giudiziaria di Almasri si inseriscono in un braccio di ferro per il controllo del complesso noto come "Bakista" e di altri siti strategici di Ain Zara, già teatro nelle scorse settimane di movimenti di uomini e mezzi dell'Apparato di supporto alla stabilità (Ssa). Post in arabo su X sostengono che Najim avrebbe "preso il controllo del Bakista" sottraendolo alla Forza operazioni speciali e lo avrebbe poi consegnato a nuovi alleati nell'SSA, spostando gli equilibri interni all'orbita di Radaa e innescando una reazione da parte delle unità di al Sheikh radicate nella zona.

Per la popolazione di Ain Zara, quartiere residenziale ma anche nodo strategico della sicurezza di Tripoli, si tratta dell'ennesimo episodio di violenza in un'area già segnata negli anni da battaglie tra milizie e dalla presenza di carceri e centri di detenzione. Proprio qui si trovano il grande carcere di Ain Zara e un centro di detenzione per migranti e richiedenti asilo, al centro di ripetute denunce di organizzazioni internazionali per abusi e condizioni inumane, con testimonianze di pestaggi, violenze sessuali ed estorsioni ai danni dei detenuti.

Nonostante l'arresto, molte pagine e canali libici continuano a parlare di "forze di Osama Najim Almasri" per indicare la rete di miliziani che fa capo alla polizia giudiziaria e che resta attiva sul terreno. Secondo un recente post di analisi rilanciato sui social, le unità giudiziarie legate a Almasri sarebbero state fra le parti coinvolte anche in precedenti scontri interni all'area di Tripoli, a conferma del fatto che la sua influenza continua a strutturare alleanze e rivalità fra i gruppi armati della capitale.