La Rsi, in occasione del cinquantesimo anniversario della fine della guerra del Vietnam, vi ha dedicato una trasmissione. È stato ricordato che l’intervento dell’esercito americano è stato motivato con un falso pretesto. Come fecero Hitler per invadere la Polonia e gli Stati Uniti per invadere l’Iraq. Mentre Putin ha parlato addirittura di autodifesa. L’azione militare israeliana a Gaza è la risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Attacco criminale, a danno di innocenti, questo è chiarissimo.
Ci sono aspetti meno chiari. Come mai Hamas riesce a fare un’operazione che richiede una lunga e complicatissima preparazione e il coinvolgimento di un numero molto elevato di persone – in un ambiente facilmente corruttibile – alla totale insaputa dei servizi segreti israeliani? Servizi che con la loro superefficienza hanno immediatamente scoperto l’appartenenza a Hamas di alcuni aggressori e trovato il codice per far saltare i telefonini. Servizi che forzatamente sapevano di tunnel e altro. Come mai alle notizie della stampa angloamericana che parlavano di avvertimenti ignorati, non è stato dato seguito? Come mai chi nel governo israeliano ha preteso un’inchiesta è stato allontanato e ancor oggi si rifiuta questa inchiesta? E, non da ultimo, da dove vengono l’evidente indifferenza di Netanyahu per la sorte degli ostaggi e la rottura della tregua per procedere imperterrito con i bombardamenti?
A chi cerca una logica in quanto capita sorge forzatamente la domanda se il 7 ottobre da Netanyahu non sia stato lasciato capitare per motivare un’occupazione di Gaza fortemente voluta. È un’ipotesi che manca dei fatti granitici che la confermino, ma anche di quelli che la confutino. Sembrerebbe orribile. Eppure Netanyahu non farebbe tanto peggio di chi in Vietnam e altrove l’ha preceduto.
Vietnam è stata una guerra vista in diretta e ciò malgrado ci sono state stampa e istituzioni pubbliche che nascondevano (Urs Jaeggi, Der Vietnamkrieg und die Presse). In un interessantissimo contributo (7.5.2025) è stato scritto che qua capita la stessa cosa con i vari telegiornali. Aggiungo: con parlamento e Consiglio federale passivi. Questi silenzi chi li voleva e vuole? Vietnam e Gaza in questo comune aspetto si differenziano pesantemente. In Vietnam, dove il potere repressivo era esercitato dagli Stati Uniti, il popolo riusciva a esprimere la propria indignazione in manifestazioni che non rimasero senza conseguenze.
Nei confronti di Israele c’è un potere che riesce invece a impedire che lo sdegno popolare sia percettibile e soprattutto quantificabile. E in questo caso è un potere apparentemente invisibile, “inesistente”. Purtroppo – ed è tragico – è un potere che coprendo permette, ci fa miseri complici. Agli inizi dell’aggressione il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga scriveva “delle azioni dei circoli proisraeliani che hanno fatto di tutto per stroncare ogni critica alla reazione sproporzionata di Israele”. Proisralieni che giustificano questo orrendo massacro. Chi sono, che cosa vogliono? Nel parlamento, in Consiglio federale?
Per evitare ogni equivoco: questi circoli proisraeliani, in questo contesto, non sono “gli ebrei”, perché con “gli ebrei” ci sono Anna Foa, Liliana Segre, Shlomo Sand, altri grossi nomi e migliaia di persone d’origine ebraica, che oggi soffrono più di altri per quanto sta accadendo – anche a loro danno personale.