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Nodo intermodale: una questione di buon senso

La votazione cantonale riguardante lo stanziamento del credito per la realizzazione del nodo intermodale alla Stazione Ffs di Locarno-Muralto a mezzo della variante di base approvata dal Gran Consiglio, si avvicina. L’esito non può dirsi scontato né per i favorevoli né per i contrari anche perché coinvolge l’intero Ticino su un argomento prettamente locale. Di certo sono pochi i ticinesi che non si siano trovati almeno una volta in quell’incantevole e suggestivo luogo che dal Debarcadero di Locarno abbraccia il lungolago, lo storico Viale Cattori e Piazza Stazione a Muralto. Un bucolico scorcio di territorio che tra sordità e indifferenza potrebbe venir sacrificato per far spazio allo scorrimento del trasporto pubblico regionale. Megalomania, giochi di potere e nomi blasonati hanno portato alla scelta del progetto più impattante e penalizzante per territorio e ambiente, che ha costretto i suoi autori confrontati con l’inserimento in un contesto inadatto e insufficiente di un mastodontico e sproporzionato edificio commissionato dalle Ffs, a dover trovare un nuovo tragitto per la circolazione dei bus identificato in entrata dal Debarcadero direzione Piazza Stazione in salita lungo Viale Cattori per raggiungere la pensilina di ripartenza. Nessuno degli altri studi coinvolti aveva previsto di utilizzare nuove vie, proponendo tutti soluzioni percorribili e attuabili. Malgrado le numerose reazioni di dissenso insorte sin dalla presentazione nel gennaio 2019 del progetto selezionato, si è continuato imperterriti con l’iter procedurale tra forzature e manipolazioni, noncuranti di ricorsi e diverse raccolte firme. Chi conosce e frequenta il luogo che verrà stravolto da questa radicale rivoluzione non può rimanere insensibile di fronte allo scempio urbanistico che si vuole attuare. Difficile infatti poter credere che in un incessante groviglio di bus, taxi e shuttle degli hotel in salita lungo Viale Cattori, veicoli in discesa, biciclette e monopattini da ogni dove e i numerosissimi pedoni in mezzo alla strada, perché in zona incontro avranno la precedenza, il comparto diverrà più sicuro e piacevole. Chi raggiunge il lungolago, viale Cattori o Piazza Stazione lo fa per rimanerci, passeggiare, fare shopping, rilassarsi sulle terrazze dei numerosi bar e ristoranti, per usufruire dei vari altri servizi offerti o raggiungere gli alberghi presenti. Non è una zona di transito. Le cifre degli utenti che raggiungono il comparto a piedi o con i mezzi pubblici sono impressionanti: 24’000 al giorno che in periodi di alta stagione aumentano sensibilmente, fino a toccare decine di migliaia in poche ore durante le manifestazioni al lago. Piazza Stazione, unica piazza di Muralto e lo storico Viale Cattori necessitano sicuramente di un nuovo concetto che metta ordine e valorizzi ulteriormente un luogo d’indubbio richiamo e indiscusso pregio, ma di certo non può e non deve venir declassato a squallido e pericoloso corridoio di transito per mezzi pubblici quando la situazione attuale funziona, facilmente estendibile e migliorabile utilizzando parte del vasto sedime a monte della stazione. 17 milioni, che alla fine non saranno sufficienti, due anni e mezzo di lavori che metteranno a rischio decine e decine di attività e centinaia di posti di lavoro senza nemmeno risolvere, per mancanza di fondi, la principale criticità dell’attraversamento stradale alla stazione da parte dei numerosissimi pedoni e peggiorando il già caotico traffico con l’aumento di semafori non possono giustificare un’imposizione dall’alto. Ora al popolo decidere da quale parte stanno buon senso e proporzionalità in questa diatriba che contrappone ragioni di cuore a opportunismo.