Ancora una volta, le maggioranze politiche di questo Paese cercano di dividerci, noi lavoratrici e lavoratori del cantone. Il solito e ben rodato concetto del “divide et impera”. Chi detiene il potere si esercita da migliaia di anni a questo gioco, con ottimi risultati peraltro: perché cambiare strategia? Un giorno si alimenta la divisione tra uomini e donne, chiamando a raccolta le forze del patriarcato contro le legittime rivendicazioni di parità salariale delle lavoratrici. Un altro, si butta benzina sul fuoco delle pretese opposizioni tra residenti e frontalieri, come se fossero i secondi a fare dumping salariale, e non una parte sempre più importante del padronato ticinese ad approfittare delle oggettive differenze esistenti ai due lati della frontiera per fare pressioni sulle condizioni di lavoro di tutte e tutti.
Questa volta, la divisione cavalcata è quella tra i dipendenti pubblici e coloro attivi nel settore privato. Visto che nel settore pubblico le condizioni quadro sono mediamente più vantaggiose, lavoratori e lavoratrici del privato dovrebbero opporsi ai miglioramenti proposti per il settore pubblico, come nel caso della votazione del 15 giungo dell’iniziativa proposta dalla Vpod.
In realtà, il settore privato voterà convintamente sì, e questo principalmente per tre ragioni. Prima di tutto, perché cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità sono necessaire per tutti noi, potenziali fruitori delle stesse. Votare no porterebbe a termine al peggioramento di cure e prestazioni, e questo non è ovviamente un obiettivo per nessuno di noi.
La seconda ragione del nostro voto è quella della solidarietà che vogliamo dimostrare ai nostri colleghi del settore pubblico. Sì, solidarietà. Per molti questa parola oggi sembra svuotata dal proprio significato, ma non per noi: il sindacato vuole restare, a costo di farlo sempre più in direzione ostinata e contraria, un baluardo della necessaria solidarietà tra tutte e tutti, una forza di sostegno anche a chi non vive accanto a noi, a chi non fa parte della nostra cerchia familiare o di amicizie, a chi non svolge il nostro stesso lavoro. Con il nostro voto, vogliamo essere solidali con i nostri colleghi attivi nel settore pubblico, vittime come noi di ritmi di lavoro sempre più intensi, giornate sempre più lunghe, periodi sempre più importanti di lavoro gratuito, e in generale degradazione delle condizioni di lavoro.
E qui arriviamo alla terza, fondamentale, ragione del nostro sostegno all’iniziativa Vpod. La maggioranza delle proposte contenute riguarda aspetti lavorativi sui quali ci battiamo anche nel settore privato. Basti pensare alla necessità di trasformare i troppi contratti a termine o su chiamata in contratti a durata indeterminata, o al riconoscimento dei picchetti come tempo di lavoro. Alla registrazione del tempo di lavoro o ai supplementi per il lavoro notturno o nel fine settimana, o all’introduzione di rendite ponte verso il pensionamento. O ancora, alla lotta contro il subappalto che peggiora le condizioni di lavoro, e al sostengo alla contrattazione collettiva. In tutti questi ambiti, l’adozione dell’iniziativa popolare in votazione il prossimo 15 giungo darà segnali importanti a tutto il mondo del lavoro, compreso al settore privato dove le problematiche sono le medesime.
Uniti siamo forti, è il motto del nostro sindacato. Evidenziamolo anche nelle urne, come facciamo nelle piazze e sui posti di lavoro, votando sì il 15 giungo per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità.