laR+ I dibattiti

Vogliono che paghi il ceto medio

(Ti-Press)

Se a un ragazzo dico: “Spendi con i tuoi genitori 500 franchi per la tua consolle di giochi, poi non dovrai più pagare niente altro per i giochi e potrai averne quanti ne vorrai”, quale sarà secondo voi la reazione del ragazzo? Evidentemente saprà di poter attingere a piene mani all’offerta di giochi, che qualcun altro però dovrà finanziare, ad esempio pagando di più altri prodotti offerti sul mercato.

L’iniziativa per la limitazione al 10% del reddito disponibile del premio di cassa malati, oltre al fatto di non intervenire sulle vere cause dell’aumento dei costi della salute, fra cui l’eccesso di offerta sanitaria e il troppo facile accesso alla medicina di tanti pazienti, si basa su due concetti errati.

Il primo è quello di dire e voler fare credere al cittadino elettore che sarà sufficiente travasare la spesa o parte della spesa per i premi di cassa malati sui benestanti e i più ricchi. Sono trascorsi oltre dieci anni da quando le elettrici e gli elettori, ticinesi compresi, hanno spazzato via con circa l’80 per cento di No l’iniziativa popolare che chiedeva premi di cassa malati in base al reddito. La situazione non è cambiata, perché le cifre e i calcoli dimostrano che in Ticino, per restare al nostro caso, non abbiamo abbastanza benestanti e ricchi per addossare sulle loro spalle una buona parte della spesa dei premi di cassa malati. Ogni volta il risultato è lo stesso: a pagare la fattura sarebbe prima di tutto il cosiddetto ceto medio, cioè quello che paga le imposte ma per la gran parte non riceve sussidi e altri aiuti. Sarebbe così anche nel caso in cui venisse approvata l’iniziativa del 10%.

In Ticino, su circa 200’000 contribuenti quelli che hanno un reddito imponibile di almeno 100’000 franchi e pagano quasi il 60% delle imposte persone fisiche, sono “solamente” 18’000 contribuenti circa. Chi ha un reddito imponibile fra i 40’000 e i 70’000 franchi, il ceto medio-basso e medio, sono circa 52’000 contribuenti. Chi ha un reddito imponibile fra i 70’000 e i 100’000 franchi sono circa 21’000 contribuenti, cioè il ceto medio e medio-alto, ma non ancora benestante. È soprattutto complessivamente a questi 70’000 contribuenti che l’iniziativa del 10% chiede di pagare la spesa dei premi di cassa malati che non verrebbe più pagata dagli altri.

Il secondo concetto errato, anzi pericoloso, evocato con l’esempio iniziale, è quello di fare passare l’idea che pagato al massimo il 10% del reddito disponibile per i premi di cassa malati, il cittadino non avrà più alcun motivo per non fare ricorso a piene mani al medico, ai medicinali, alle varie discipline mediche quali le irrinunciabili fisioterapie, psicoterapie, e altro ancora.

Di conseguenza, la spesa di 300 milioni di franchi causata dall’iniziativa del 10% sarebbe destinata a crescere ed esplodere ancor di più. A quel punto, alla cassa sarebbero chiamate anche le persone più povere e deboli, facendo pagare loro imposte oppure riducendo i sussidi. Uno Stato nel quale oltre il 60% dei cittadini è destinato a percepire dei sussidi di cassa malati non ha alcuna speranza di essere e restare competitivo a favore della popolazione e delle future generazioni.

Io capisco la frustrazione di tanti cittadini che assistono ad aumenti continui del premio di cassa malati oltretutto obbligatorio; mi ci metto anche io. Ma credo sia necessario resistere alla tentazione di fare una scelta che comunque dovremmo pagare come cittadini contribuenti, pagando sicuramente molte più imposte. Fra qualche giorno verrà annunciato l’ennesimo aumento dei premi di cassa malati per il 2026. La tentazione di sostenere questa iniziativa del 10% potrebbe essere fortissima.

La politica deve assumersi le sue colpe, perché se non si mette mano alle vere cause dell’aumento dei costi, in futuro arriveranno iniziative popolari sempre più estreme.

Io interpreto il mio No all’iniziativa del 10% come un cartellino giallo, quasi rosso, al Consiglio di Stato e al Parlamento. Vi assecondo per l’ultima volta, dopo di che non sarò più disposto a credere alle vostre intenzioni. La ridicola pianificazione ospedaliera approvata dal Gran Consiglio, l’unica che permettesse di avere una maggioranza a favore, dimostra che la politica non ha il coraggio di intervenire sulle cause dell’aumento dei costi. Farlo significa mettere in gioco il consenso elettorale. Vogliamo andare avanti così? E poi, perché in altri Cantoni invece ciò succede?