L’iniziativa del 10% viene presentata come una ricetta magica: nessuno dovrebbe pagare più del 10% del proprio reddito per i premi della cassa malati. Una promessa facile da capire e applaudire, ma dietro lo slogan si nasconde un inganno pericoloso. L’iniziativa è vaga, non risolve i problemi: li sposta soltanto, scaricando i costi sull’insieme dei cittadini e famiglie ticinesi.
Oggi oltre 110'000 persone beneficiano già di un sostegno concreto tramite i Ripam, le riduzioni dei premi di assicurazione malattia. Famiglie, pensionati, studenti, lavoratori a basso reddito: tutti ricevono un aiuto mirato, che cresce automaticamente quando i premi aumentano. Nel 2025 il sistema costerà più di 420 milioni di franchi al Cantone, una cifra enorme ma giustificata, perché protegge chi ne ha davvero bisogno.
Se l’iniziativa fosse accolta, Cantone e Comuni dovrebbero versare almeno altri 300 milioni, arrivando a 720 milioni all’anno. Una spesa insostenibile per finanze pubbliche già fragili, destinata ad aumentare ulteriormente negli anni successivi. Quei soldi non spunterebbero dal nulla: verrebbero presi dalle tasche dei cittadini. Significherebbe più tasse per tutti, meno servizi pubblici, meno investimenti nel futuro. Ogni franco regalato a questa misura sarebbe un franco sottratto a scuole, ospedali, trasporti, sicurezza, ambiente.
Gli iniziativisti fingono che sia tutto gratis, ma non è così: “pagherà lo Stato” significa “pagheranno i cittadini”. Lo abbiamo già visto con l’iniziativa 13a AVS: promessa facile, conseguenze pesanti dove, per finanziarla, oggi si parla di un aumento dell’IVA fino al 2030 dello 0,7 punti percentuali, colpendo così famiglie e consumatori indistintamente, soprattutto i meno abbienti. L’iniziativa del 10% ripete lo stesso schema: illusioni oggi, tasse e tagli domani.
C’è di più. Con 300 milioni di costi supplementari, il Cantone rischierebbe di non poter più garantire la stabilità dei Ripam. Chi oggi riceve un aiuto reale potrebbe ritrovarsi domani con meno protezione. Un paradosso: una misura nata per aiutare finirebbe per togliere. Inoltre, l’iniziativa alimenterebbe i consumi sanitari: se “tanto paga lo Stato”, i costi cresceranno ancora di più, generando una spirale senza fine. Il SI a questa iniziativa vorrebbe quindi dire nient’altro che aggiungere una causa al problema dell’aumento dei costi.
Votare no all’iniziativa del 10% significa essere cittadini responsabili. Significa proteggere i servizi pubblici, evitare nuove tasse, difendere le famiglie e le persone più fragili da un inganno che rischia di trascinare il Ticino in un vicolo cieco finanziario.