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L’equità costa troppo cara?

19 settembre 2025
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Pochi giorni fa, esponenti del Consiglio di Stato e dei Comuni si sono espressi contro l'iniziativa cantonale “Per il 10%”, sostenendo che il costo associato potrebbe risultare eccessivo, data la percentuale elevata (61%) di famiglie aventi diritto a un sussidio. La stima di 300 milioni è discutibile e il costo si avvicinerebbe probabilmente piuttosto a 150 milioni vista l’esperienza del Canton Vaud, dove la misura è già in opera dal 2018 con ottimi risultati. Il grido di allarme è giustificato, non tanto per il costo dell’iniziativa per la comunità, ma piuttosto per l’alto numero di famiglie in difficoltà che beneficerebbero del sussidio.

L’evoluzione delle cifre mostra una situazione iniqua che deve essere corretta. Dal 1996 a oggi, i salari sono aumentati con una media dell’1% all’anno (139% in totale), il Pil dell’1,6% (150%), i costi della sanità del 2,6% (195%) e i premi delle casse malati del 3,5% (243%). È evidente che per molte famiglie questi costi rappresentano un onere insostenibile. Esiste un’ulteriore motivazione per cui un correttivo dovrebbe essere applicato immediatamente, in attesa di una soluzione più radicale: sebbene nelle casse malati la solidarietà tra sani e malati e tra giovani e anziani sia in certa misura rispettata, ciò non avviene tra i ricchi e i meno abbienti. Infatti, i premi di cassa malati sono gli stessi per tutti, con la conseguenza che le famiglie con meno mezzi pagano con uno sforzo sempre più diseguale i premi (e le spese dirette, in Svizzera circa il 30%, la percentuale più elevata tra i paesi dell’Ocde).

Questo mentre in Ticino come nel resto della Svizzera e nel mondo, si è assistito a una concentrazione della ricchezza verso l’alto. In Svizzera ad esempio, la percentuale di ricchezza posseduta dal 10% della popolazione più facoltosa è aumentata dal 55% nel 1981 al 63% nel 2022. Secondo l’Ufficio di statistica, nel territorio ticinese risiedono oltre 900 persone il cui patrimonio supera i 10 milioni di franchi, inclusi numerosi miliardari. In caso di approvazione dell’iniziativa “Per il 10%”, una tassa di solidarietà sugli alti redditi o sulle grandi fortune ci sembra un contributo legittimo considerando che questa fascia ha incrementato la propria ricchezza negli ultimi anni e che ha recentemente beneficiato di sgravi fiscali.

È importante inoltre ricordare che il nostro voto influisce anche su coloro che non possono esprimere la propria voce ma che pagano i premi (con franchigie elevate e che per questa ragione troppo spesso non hanno accesso alle cure necessarie): una parte significativa della forza lavoro più umile, spesso al servizio di tutti, ma senza il diritto di voto, come si evidenzia facilmente nelle strade durante le campagne elettorali o, più semplicemente, durante le visite nei reparti o in consultazione nello studio medico.

L’iniziativa “Per il 10%”, un’iniziativa equa e concreta, non genera più costi, ma li ripartisce diversamente – in un modo che ci sembra più giusto. Per questo, come medici e come cittadini, voteremo un chiaro sì.

*Mario Alerci, Sara Bagutti, Stefano Balestra, Emanuela Balmelli, Franco Cavalli, Stefano Cometta, Roberto Di Stefano, Michele Ghielmini, Silke Gillessen Sommer, Marilù Guigli, Alain Kaelin, Pietro Majno-Hurst, Giorgio Noseda, Olivia Pagani, Renzo Rigotti, Antonella Robatto, Beppe Savary, Cristiana Sessa, Anastasios Stathis, Sandra Staub, Jeorg Stussi ed Emanuele Zucca