Come da sua attitudine, il presidente dell’associazione Svizzera-Israele dott. Adrian Weiss cerca di far passare per fesso e poco informato chi la pensa diversamente da lui. Nella foga, si dimentica però di consultare il vocabolario e dare una ripassata alla definizione internazionale di genocidio. Innanzitutto, per tentare di coinvolgerci nella sua crociata a sostegno di Netanyahu, afferma che “molti” politici del mio partito farebbero parte della sua associazione (che non sarebbe un delitto); io stesso, secondo Weiss, avrei partecipato a “diversi” eventi da lui organizzati. Bisognerà promuovere una colletta pubblica per permettere al dott. Weiss di acquistare un Devoto Oli, poiché dal suo articolo sembra avere un problemino serio nella comprensione dell’italiano, dato che confonde “molti” con “alcuni” e “diversi” con “uno solo”. Personalmente, su sua insistenza, ho partecipato assieme a diversi altri politici di tutti i partiti a un solo evento promosso dalla sua associazione e non a “diversi”, come vorrebbe dare a intendere. Un unicum che tale sarà, almeno finché il dott. Weiss rimarrà presidente. Dopo aver constatato il suo fanatismo, appreso di “liste di proscrizione”, ricevuto pressioni e letto la newsletter del 22 dicembre 2023, nella quale si accusava la Svizzera (perché sostiene l’Agenzia umanitaria dell’Onu in Palestina) di essere il “nono finanziatore principale, con 20 milioni annui, al sistema di riciclaggio e traffico di Hamas”, il desiderio di interloquire con lui è venuto meno. Invece di spendere energie con noi, farebbe molto meglio a cercare di tamponare l’emorragia di membri che sta accusando la sua associazione.
Che le “liste di proscrizione” non sembrerebbero essere un’eccezione ticinese, ma un “vizio di famiglia”, lo ammette lo stesso segretario generale dell’Associazione Svizzera-Israele Walter Blum in un’inchiesta della stampa romanda (L’Association Suisse-Israël veut espionner les militants en Suisse, 24Heures, 14 maggio 2024). La stessa svela come l’associazione pagherebbe i suoi membri per “riferire” sulle diverse organizzazioni ed enti, tra i quali Ssr, Tamedia, Cicr, Dfae le università ecc. Un fatto grave, che spinge i giornalisti romandi a parlare addirittura di “spionaggio”. In Ticino, per quel che riguarda la stampa, è da segnalare la singolare richiesta dell’associazione presieduta dal dott. Weiss (non proprio un esperto in materia) di estromettere dal Corso di giornalismo il suo direttore Roberto Antonini.
Il presidente dell’associazione Svizzera-Israele nel suo articolo afferma che l’organizzazione terroristica di Hamas “ha scelto deliberatamente di sacrificare la propria popolazione, trasformando scuole e ospedali in basi militari usando civili come scudi umani”; questo spiegherebbe i massacri di migliaia di civili. Sono affermazioni che, con quello che vediamo in diretta tv, non si possono più sentire! I massacri di donne, bambini e ammalati ordinati dal governo di Israele non hanno giustificazione. Pure Medici Senza Frontiere ed Emergency hanno testimoniato di non aver mai visto basi di Hamas negli ospedali in cui operano. Sono forse collusi con i terroristi anche questi eroi che rischiano la vita e si occupano di lenire le terribili sofferenze dei civili martoriati? Ammesso che ci fossero anche dei militanti mescolati tra la gente, è una ragione sufficiente per distruggere interi ospedali, bruciare tendopoli uccidendo donne, bimbi, anziani e malati indifesi? Per il medico Weiss, se un addetto di Hamas si nascondesse in una cantina nel centro di Tel Aviv, bisognerebbe bombardare un ospedale e una scuola massacrando tutti pure lì?
Che vi sia in atto un genocidio è confermato da diversi rapporti molto approfonditi. Amnesty International in un rapporto di 300 pagine, sulla base di analisi di 15 esperti, è arrivata a quella conclusione, così come anche la speciale commissione delle Nazioni Unite. Ma non solo. Ha parlato di genocidio anche uno dei maggiori storici della Shoah, l’israeliano Amos Goldberg, come pure la storica Anna Foa (cfr. laRegione del 23 settembre) autrice del libro ‘Il suicidio di Israele’ o lo scrittore David Grossman.
Sin dall’inizio la Corte internazionale di giustizia (Cig) aveva messo in guardia il governo di Netanyahu sui rischi di genocidio accettando la denuncia presentata dal Sudafrica. E sempre la stessa Cig, con una decisione di un anno fa, ha stabilito che Israele viola il diritto internazionale occupando le terre palestinesi dal lontano 1967. Queste sono decisioni di giustizia, non opinioni!
Il dott. Weiss può cercare di far passare tutti come ignoranti e raccontare bugie, ma se un crimine è tale oppure no, lo stabiliscono i fatti, gli esperti e i trattati internazionali, non lui. La convenzione Onu indica che genocidio è qualsiasi atto commesso con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico razziale o religioso. È purtroppo esattamente quanto sta succedendo sulla striscia di Gaza. La Corte penale internazionale dal canto suo ha spiccato un mandato di cattura per crimini contro l’umanità e crimini di guerra (non meno gravi del genocidio) nei confronti del premier Netanyahu. Se le cose stessero per davvero come afferma il presidente dell’associazione dott. Weiss e non ci fosse nulla da nascondere al mondo, potrebbe dirci come mai Israele vieta da due anni alla stampa internazionale l’accesso a Gaza e come mai i giornalisti che vivono lì vengono eliminati?