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CdM: viene fatto il controllo qualità? Come?

L’Ispettorato di vigilanza della Camera di Protezione e il Consiglio della Magistratura devono avere quale obiettivo prioritario il vigilare sulla qualità del lavoro svolto dagli addetti di prima istanza (Arp, Preture e Ministero pubblico), e agire d’ufficio per ristabilire la qualità necessaria al ruolo. Il CdM e la Camera di Protezione si lamentano continuamente degli incarti aumentati a dismisura al punto che le istanze di I e II grado, intasate, chiedono alla politica un importante aumento d’organico dei magistrati di prima istanza e di quelle di Ricorso. Il recente annullamento della procedura penale per illegittimità di querela a carico dell’uomo che ha sparso vernice alla porta dell’ufficio del sindaco della capitale avv. Branda, è l’ennesimo esempio della “qualità” della “giustizia” ticinese. Come intende procedere il CdM davanti a questo errore grossolano che lede gravemente l’immagine della “giustizia”? Casi simili e peggiori della “qualità di giustizia” civile, penale e di Arp sono molteplici. È la pessima qualità del lavoro svolto in prima istanza che intasa i tribunali di Appello, e non la carenza di organico. Il CdM non deve chiedere aumento di risorse alla politica ma piuttosto iniziare a svolgere uno dei compiti affidatigli: controllare la qualità dei sottoposti, agendo d’ufficio drasticamente. Non per destituire quei giudici scomodi ma ricercatori di quella dignità perduta.

Un ostacolo: il CdM è composto anche da magistrati attualmente attivi nella “giustizia ticinese”, l’Ispettorato di vigilanza sulle tutele da membri della Camera di Protezione che consigliano e istruiscono le Arp: quale l’indipendenza e l’autorevolezza di questi “controllori di qualità”? È opportuno e credibile che un “controllore di qualità” possa essere nel contempo un “controllato”?