Incoraggiati dal successo delle autocrazie in Europa e altrove, certi dirigenti dell’Eoc si arrogano, sembrerebbe, più potere di quanto sia nelle loro competenze. Sono costretto a ripetermi poiché la situazione peggiora di settimana in settimana, nonostante le critiche che vengono mosse da varie parti all’Ospedale Civico; ed è bene, quindi, che il lettore ne sia informato. Non parliamo dei capi neoassunti, chiamati a sostituire chi lascia per raggiunti limiti di età: hanno ancora più pretese dei loro predecessori. E l’ultimo esempio di questo andazzo, in ordine cronologico, mi tocca particolarmente già che, tre mesi fa, sono stato operato con successo (egli mi ha restituito perfettamente l’uso della mano) dal chirurgo della mano recentemente allontanato dall’Ospedale Italiano, per avere, sembra, obiettato a decisioni che non condivideva. In quell’ospedale sono banditi la comunicazione e la discussione, pena il licenziamento?
E il carico di lavoro, sempre più pesante (a parità di salario, s’intende)? C’è chi riesce ad accumulare fino a 200 ore di lavoro straordinario in pochi mesi (basterebbe alla direzione dare un’occhiata ai cartellini timbrati); poi, c’è anche chi – per scrupolo di coscienza, pensando di non farcela a terminare il lavoro in tempo – arriva anche un’ora prima del proprio turno (specialmente nel reparto economia domestica) senza necessariamente segnalarlo come straordinario poiché sembra che le ore fatte in anticipo non siano riconosciute. Ma non si parli di assumere il personale supplementare che sarebbe indispensabile! Pure le pause sono spesso diventate un “optional”. E così le disdette e le assenze per esaurimento nervoso non si contano. Mi si dovrebbe dire come qualificare questi metodi.