Ancora una volta, il padre viene messo all’angolo. Invece di cercare soluzioni concrete, si preferisce colpevolizzarlo, ridurlo a “chi non paga”, ignorando sistematicamente il suo valore come genitore. Si parla di mancati alimenti, povertà del genitore affidatario, peso sulle madri... ma nessuno ha il coraggio di dire ciò che davvero cambierebbe tutto: la custodia alternata risolverebbe gran parte di questi problemi.
È assurdo che in un Paese che si definisce moderno e giusto, si continui a escludere i padri dalla vita quotidiana dei figli, relegandoli a ruoli marginali, mentre poi li si accusa se non riescono a sostenere economicamente un sistema costruito sull’ingiustizia. Se davvero vogliamo tutelare i minori, allora è ora di riconoscere il diritto – e il dovere – di entrambi i genitori di crescere i propri figli, alla pari.
La custodia alternata non è una “moda” né un favore al padre: è una soluzione di buon senso, che ridurrebbe il conflitto, dimezzerebbe il peso economico su un solo genitore e, soprattutto, darebbe ai figli la possibilità di avere accanto entrambi i genitori in modo stabile, equilibrato e responsabile.
Basta con la retorica del padre assente o inadempiente. E se invece il sistema fosse costruito per renderlo tale? La verità è scomoda: finché la legge e la società continueranno a vedere il padre solo come un portafoglio, non ci sarà vera giustizia familiare.
La custodia alternata deve diventare la norma, non l’eccezione. Perché ogni bambino ha il diritto di crescere con entrambi i genitori, non con uno solo e l’ombra dell'altro.