laR+ Lettere dei lettori

No! Così proprio non va

Chi come noi ha fatto la Lega agli inizi, con Maspoli, Borradori, Salvadé, Morniroli e molti altri, oltre a Giuliano e Attilio, ha avuto ben altre difficoltà iniziali che al confronto quelle del Picca risultano poco più che bazzecole. Intanto bisognerebbe smettere di chiamare movimento quello che oggi è un partito come tanti, nel bene e nel male. Soprattutto nel male. E non è alla politica e nemmeno al Corriere, Teleticino o a laRegione a cui è necessario dare delle risposte, ma a tutto il Paese che deve poter capire – e ne ha pieno diritto – il giochetto inscenato dai due amici di merende presi ormai da un irreversibile sofismo che, a quanto si legge, ha preso nelle sue spire anche il coordinatore. Peccato perché sappiamo poco di lui ma a sufficienza per definirlo una brava persona. E non è con la testardaggine o la foga di difendere ad ogni costo l’indifendibile che ne uscirà sia dal pastrocchio quanto da quattordici anni di immobilismo dello Zaligobbismo. I fallimenti di Zali sono sotto gli occhi di tutti, mentre il suo mentore Gobbi cerca di infinocchiarci mollando il 90% del Di dopo che anch’esso ne ha combinate di ogni sorta. Il giochetto è chiaro anche ai bambini. Zali si prende la “pepatencia”, mentre Gobbi tenta di rifarsi una verginità gestendo la Divisione del territoio. Divisione territoriale che, piaccia o meno, dovrà distribuire appalti milionari ricevendo in cambio – questa à la speranza – sufficienti voti per una rielezione tranquilla. È tuttavia bene ricordare un vecchio adagio: nel segreto dell’urna Dio ti vede (forse), ma Gobbi no! Piccaluga si lamenta che la seduta del Gc fuori sede costerà diverse migliaia di franchi pubblici, ma si dimentica i milioni sperperati dai due, vuoi da progetti fallimentari che non occorre rammentare, vuoi da assunzioni à gogo. Se poi anche il domenicale del partito osa chiedere un serio colpo di reni all’azione del direttore del Dipartimento del territorio, si chieda il coordinatore se la sua di battaglia abbia o meno un senso. E dirò di più. Questo modo di agire costerà probabilmente alla Lega la sedia di sindaco di Lugano. O pensano che i loro avversari non ci abbiano già fatto un ampio pensiero? Lo sanno anche i semafori luganesi che Michele Foletti era ed è tollerato (...) da Gobbi solo perché sindaco della prima città del cantone. Fosse stato per lui lo avrebbe fatto fuori come ha fatto con lo zoccolo duro della Lega, ormai espulsi d’ufficio e senza fare una piega, solo perché a Gobbi dava fastidio. Servono prove? Basta dare una seria lettura al nuovo statuto laddove nemmeno Giuliano Bignasca figura più come fondatore dell’ex movimento. Il che è tutto dire. Auguri al Picca, ne ha bisogno e tanti.