Di recente un triplice omicidio di moglie e figlie, avvenuto a Corcelles Neuchâtel e un omicidio del figlio 14enne con suicidio del padre nel canton Vaud. Di quest'ultimo “si sa che era divorziato dalla mamma del ragazzo e che non aveva precedenti penali. Il figlio viveva in Francia con la madre e si recava in Svizzera un paio di volte all'anno a trovarlo. Un amico di lunga data, interpellato dal giornale, si è detto scioccato, spiegando che ‘il figlio era tutto per lui’. Il presunto omicida lavorava dal 2016 alla Nestlé a Vevey, di cui era capo chef con responsabilità di gestione e rappresentanza a livello internazionale. ‘Era davvero un bravo ragazzo che sorrideva sempre quando lo incontravo nei corridoi’, lo ha ricordato un collega. Ho letto diversi commenti a questi due articoli sui social.
Tutti sono giudici ma con la vita degli altri, spesso gli autori di simili gesti sono giudicati come pazzi, addirittura questa volta si va oltre e si usa anche l’aggettivo “algerino”. Io mi limito a dire che finché a fare simili commenti sono avventori da bar può starci ma quando sono i media faccio più fatica. Ho seguito diverse trasmissioni, letto articoli e tutti si sbizzarriscono a giudicare e a trovare le soluzioni più strampalate, fino al braccialetto elettronico. Io non voglio giustificare l’agire di questi padri (come pure di tante madri che uccidono i propri figli), tuttavia mi sento di dire che quando un essere umano non ha più nulla da perdere, non ha più via di uscita... può esser capace di tutto.
Mi spiego meglio, nessuno analizza le conseguenze per un padre in ambito di separazione, privato degli affetti primari; spesso infatti ci si mettono le autorità che siccome non sanno come gestire il caso, pensano di eliminare un elemento e spesso è il padre, il tutto senza un orizzonte temporale! Padre che ovviamente non va però eliminato quando si parla di aspetti economici, anzi va spennato fino all’ultimo centesimo, specie se dispone di un lauto stipendio! Senza calcolare che di mezzo possono trovarsi avvocati con il solo scopo di lucrare su queste tristi situazioni.
Forse prima di esprimere giudizi, bisogna conoscere meglio il nostro diritto di famiglia che ancora troppo spesso priva in modo eccessivo un genitore a scapito dell'altro. Io credo che le parole bigenitorialità e custodia alternata debbano essere maggiormente prese in considerazione e che qualcosa vada cambiato anche per evitare tanti tristi bagni di sangue, e che tanti operatori continuano a non voler vedere le proprie mani intrise di sangue innocente.