Settembre è ormai diventato sinonimo di: “rincaro cassa malati”. Puntuale come un orologio svizzero arriva l’ennesimo aumento dei premi di cassa malati, che pesa sempre di più sulle famiglie e sulle imprese. Ma davvero dobbiamo rassegnarci al fatto che ogni anno i costi aumentino, senza che nessuno analizzi a fondo le loro cause e, soprattutto, come intervenire per contenerli? La politica si limita a prenderne atto, rincorrendo le cifre, senza mai voler affrontare le radici del problema. Eppure, se si vuole cambiare rotta, serve un approccio diverso, più coraggioso. Una modifica profonda della politica sanitaria è inevitabile: non possiamo più limitarci a discutere di quanto aumenteranno i premi, ma dobbiamo ragionare su come ridurre la spesa sanitaria alla fonte.
Una delle strade possibili passa dal mondo del lavoro. Perché non incentivare seriamente le aziende ad adottare una Gestione della Salute Aziendale (Gsa) sistemica? Prevenzione e promozione della salute non sono slogan vuoti: migliorano il benessere dei dipendenti, riducono l’assenteismo, lo stress lavorativo, le malattie correlate e – soprattutto – incidono sul contenimento dei costi sanitari complessivi.
Ogni franco conta, lo sappiamo tutti. Ma allora perché non cominciare a investire in prevenzione invece di continuare a subire rincari su rincari? La politica deve avere il coraggio di sostenere modelli lavorativi innovativi. La Gsa non è la panacea di tutti i mali, ma è un tassello concreto, pratico, realizzabile.
Continuare a parlare di premi senza cambiare la politica sanitaria è come girare in tondo senza mai imboccare la strada dell’uscita. Serve una visione lungimirante: più prevenzione, più responsabilità, più coraggio.