laR+ IL COMMENTO

Saltare un anno per tornare ancora più forti

La decisione di annullare l'edizione 2025 della kermesse si rivelerà probabilmente saggia e lungimirante

In sintesi:
  • La scelta degli organizzatori, alle prese con una involontaria inadempienza fiscale, è stata inattesa ma necessaria
  • Il nodo da sciogliere, in vista di un eventuale ritorno della manifestazione a partire dal 2026, è quello della sostenibilità finanziaria, specie alla luce di costi che risulteranno inevitabilmente maggiori rispetto a quelli degli anni scorsi
17 aprile 2025
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La notizia della cancellazione – speriamo solo temporanea – del Galà dei Castelli è davvero di quelle che non vorrebbe sentire nessuno, e non soltanto fra gli appassionati di atletica. La manifestazione bellinzonese, infatti, possedeva tutto per piacere a chiunque: prestigio costantemente accresciuto nel corso degli anni, nomi stellari fra i partecipanti, risposta entusiastica da parte degli spettatori, comitato organizzatore e ufficio stampa da prendere a modello, e ovviamente indotto e ritorno d’immagine di enorme valore per l’intera regione.

Quest’anno, poi, per l’avvenimento c’era ancor più attesa: la nuova collocazione nel calendario – inizio luglio invece di metà settembre, quando la stanchezza in pista comincia a farsi sentire – avrebbe infatti convogliato al Comunale atleti più performanti, e avrebbe avuto ricadute turistiche certamente ancor più interessanti. La tegola caduta a ferire la kermesse è un’inadempienza fiscale da parte degli organizzatori – sulla cui buona fede e specchiata reputazione nessuno nutre alcun dubbio –, che hanno effettuato in modo errato (basandosi cioè sulle norme in vigore fino a fine 2020) alcuni calcoli relativi alla tassazione degli emolumenti destinati agli sportivi ingaggiati. Da sottolineare v’è anche il fatto che, con qualche accorgimento, i realizzatori dell’evento avrebbero benissimo potuto mettere in piedi anche l’edizione 2025 – le finanze infatti sono sane –, ma sarebbe loro inevitabilmente toccato ridimensionarsi, col grave rischio di sparire dai radar e di dover uscire dal novero dei migliori meeting al mondo, di cui quello di Bellinzona fa parte ormai da anni.

La scelta – oltre che coraggiosa – è anche segno di sagacia: molto meglio saltare un’edizione – e poi riprendere da dove ci si era fermati – che togliere prestigio al giocattolo o, peggio, scivolare nella bancarotta e scomparire in via definitiva. Un comitato meno esperto e più avventato avrebbe magari sottovalutato la gravità della situazione, proseguendo con l’allestimento del Galà, ma di fatto aprendo la porta a scenari potenzialmente deleteri. Certo dispiace che Bellinzona, ma in realtà il Ticino intero – addirittura la Svizzera –, perda un appuntamento di tale portata, specie perché negli ultimi tempi nella capitale sono stati cancellati altri eventi sportivi di lunga tradizione e molto seguiti dalla gente, ad esempio il torneo pasquale di calcio giovanile, sulla cui possibilità di rivederlo in agenda aleggiano ancora parecchi interrogativi. Sulla probabilità di una riproposta del meeting di atletica, invece, c’è qualche fondata speranza in più: il ritorno non sarà scontato, ma a far propendere per l’ottimismo c’è la riconosciuta serietà dei responsabili dell’happening, e degli sponsor che nel frattempo hanno già ribadito il proprio impegno.

Occorrerà però mettersi a far di conto in modo rigoroso, e vedere se – fra tasse arretrate da saldare e oneri più corposi rispetto al passato da sostenere in futuro – il santo sarà ancora in grado di valere la candela, specie se la politica non farà nulla per venire incontro alle esigenze della macchina organizzativa, allineandosi per esempio a ciò che succede in altri cantoni, affinché risultino più radi i paletti fiscali che minano la sopravvivenza di momenti così apprezzati non soltanto da chi ama lo sport, ma anche da chi opera nell’ambito del turismo nella regione e della sua promozione nel mondo intero.