Come nel mondo al contrario dei fumetti, la narrazione di Donald Trump è sempre distorta, a suo uso e consumo, dall'apartheid a Bruce Springsteen
Nell’aprile del 1960, sul numero 263 di Action Comics uscì in America la prima storia a fumetti ambientata nel “Bizarro World”, un mondo bizzarro – appunto – chiamato in italiano Arret (Terra al contrario), dove tutto funzionava all’opposto. Per capirci, nel Mondo Bizzarro, Superman traeva forza dalla kryptonite anziché perderla e per dissetarsi si riempivano bicchieri di sabbia. Quando uscì quell’albo, Donald Trump aveva 13 anni.
In quegli stessi giorni, il Sudafrica dell’apartheid – guidato da una minoranza bianca che aveva già privato dei diritti civili e politici la popolazione nera – metteva al bando l’African National Congress e tutti i partiti che lottavano contro la segregazione razziale. Nelson Mandela, sotto processo da quattro anni, si era appena arruolato nella lotta armata.
Il mondo si girò a lungo dall’altra parte. Poi, negli anni 80, un movimento d’opinione internazionale e trasversale stretto attorno alla figura di Mandela – in carcere da oltre vent’anni – riuscì a cambiare le cose. Madiba uscì di prigione l’11 febbraio 1990: quattro anni più tardi era presidente del Sudafrica. Molti si aspettavano una vendetta verso gli afrikaner, cosa che però non avvenne (“Il risentimento è come bere veleno sperando che un altro muoia”, diceva Mandela).
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Mandela nel giorno della liberazione, l’11 febbraio 1990
Trentuno anni dopo, Trump ha sventolato nello Studio Ovale quelle che per lui sono prove di un “genocidio” in atto in Sudafrica contro la minoranza bianca degli afrikaner. Per questo, la Casa Bianca ha offerto protezione a 49 persone in fuga (non hanno nemmeno riempito un aereo). Una situazione definita “emergenza umanitaria” da colui che ha chiuso i confini americani a ogni altro tipo di immigrazione, da Paesi in guerra compresi.
Trump vede un bianco – meglio se biondo, ricco e che parla inglese – e lo annovera tra i suoi: uno da proteggere. Non gli interessa la storia che c’è dietro. E se la conosce e non gli piace, se ne può sempre fabbricare una più congeniale. La storia è questa: il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa – ex braccio destro di Mandela – ha firmato una legge per espropriare una parte di terre agli afrikaner, che oggi sono il 7% della popolazione in Sudafrica, ma detengono oltre il 70% dei terreni. Qualcuno è andato oltre, e ha effettivamente dato la caccia ai bianchi. Ma si tratta di casi isolati, non certo di un genocidio. E, più che altro, i documenti mostrati dal presidente Usa sono falsi.
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Bruce Springsteen
Nulla di nuovo. Trump aveva già riempito di bugie lo Studio Ovale con Zelensky, addossandogli le colpe di una guerra in cui è l’aggredito. Una situazione da Bizarro World. Se il mondo non è come lo voglio, ribalto il senso come in un fumetto.
L’ha fatto anche con Springsteen, reo di parlar male di lui dal palco del suo tour. Trump, il cui unico talento sono i soldi, ha definito il Boss “un individuo senza talento”. Descrizione al contrario di un’icona americana (Obama disse: “Ho fatto il presidente degli Stati Uniti perché non potevo essere Bruce Springsteen”) da sempre impegnata sui temi sociali, che ha sfornato capolavori in cui gli eroi sono gli operai, i diseredati, gli emarginati. Uno che è riuscito a descrivere perfettamente, in “Badlands”, anche Trump e quelli come lui: “Il povero vuole diventare ricco, il ricco vuole diventare re e il re non sarà soddisfatto finché non controllerà ogni cosa”.
Resta solo un dubbio. Nel Bizarro World, dove tutto è al contrario, il fine ultimo è fare del male anziché del bene. Guardandoci intorno – da Gaza all’Ucraina passando per la Casa Bianca – non sembra un mondo così lontano, di fantasia. Sembra quello in cui viviamo.
Action Comics-X
Una copertina, al contrario per una storia di Superman dal Bizarro World