laR+ IL COMMENTO

Campo Marzio e il rischio di avanzare come il gambero

Serve un compromesso per ottenere la quadratura del cerchio e finalmente trovare una sistemazione degna al futuro centro congressuale

In sintesi:
  • Gli approfondimenti in atto sulle aree a sud e a nord di viale Castagnola sono chiamati a conciliare richieste contrastanti
  • La soluzione pianificatoria dovrà essere in grado di gettare le basi per un’opera ritenuta strategica da decenni e per raccogliere un ampio consenso in Consiglio comunale
Campo Marzio sud e nord, un comparto definito strategico da decenni
(Ti-Press)
23 settembre 2025
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Un parco al Campo Marzio, perché no? Di primo acchito, ci piace l’idea proposta dal presidente della sezione Plr di Lugano, che ha il merito di lanciare la discussione dando una risposta all’accresciuta sensibilità nei confronti del verde urbano. Non solo per una questione estetica, ma perché un parco migliorerebbe la qualità dell’aria e della vita nella città, ridurrebbe le isole di calore, promuoverebbe l’aggregazione sociale e favorirebbe il benessere del cittadino. Gli argomenti a favore sono parecchi. Quasi sicuramente, però, non lo si potrà concretizzare, a meno che la Divisione della pianificazione di Lugano non riesca a fare il miracolo. Ci vorrebbe una variante di Piano regolatore che unisca Campo Marzio nord e Campo Marzio sud, che oggi sono separati da viale Castagnola. Una soluzione che includa il centro congressuale, aumenti le superfici verdi, ma elimini i posteggi a nord del Lido, mantenendo i campi da tennis e una quota di residenze private.

L’auspicio è che sul tavolo del Municipio giunga un documento che raccolga consensi in Consiglio comunale. Una sorta di buon compromesso tra prospettive che tuttavia sono molto diverse. Riprendere a parlare di ristrutturazione dell’attuale Palazzo dei Congressi non avrebbe un gran senso. Soltanto due anni fa, il Legislativo ha bocciato quasi all’unanimità una mozione sul tema (con 36 voti, un astenuto e una sola voce fuori dal coro). Aiuterebbe il dibattito e la credibilità degli interlocutori se nei numerosi interventi i vari commentatori (politici e non) ricordassero alla cittadinanza che per il Polo congressuale bisognerà attendere ancora un bel po’. Se ne è parlato talmente tanto negli ultimi decenni, soprattutto nell’imminenza delle votazioni comunali, ma il vecchio Padiglione Conza, che venne costruito nel 1948, è ancora lì e continuerà ad accogliere fiere e manifestazioni. Se fosse stato davvero prioritario, il Polo congressuale avrebbe già visto la luce. Invece, la Città ha realizzato il Lac dieci anni fa e sta costruendo il nuovo stadio con tanto di palazzetto dello sport. E se tutto filasse giusto, magari tra dieci anni, il centro congressuale potrà essere cominciato. Sempre che ci siano le necessarie risorse finanziarie. Questo è un presupposto fondamentale che al momento non è per nulla dato.

In altre parole, è legittimo parlarne oggi, non solo perché il Municipio, qualche mese fa, ha deciso di convocare la Commissione interpartitica, anche perché siamo con una variante di Piano regolatore ancora in fase di affinamento. Quindi, il momento è quello appropriato per il dibattito. Inoltre, qualunque sia il risultato di questo esercizio, bisogna attendersi ricorsi e contestazioni. Pertanto, prima di partire, è meglio che ci sia una maggioranza politica consolidata nel decidere lo sviluppo e l’organizzazione del territorio, definire le destinazioni d’uso, le aree edificabili, le zone verdi, le infrastrutture e le norme per l’attività edilizia. Però, occorre anche tener conto di quanto si è deciso ieri ed evitare che questa discussione rimetta in gioco tutto. Altrimenti, oltre alla credibilità, il rischio è quello di muoversi come il gambero, ossia, dopo aver compiuto un mezzo passo avanti, ci si ritrova a farne almeno due indietro.