laR+ IL COMMENTO

Sì d’accordo, free Gaza, ma free anche Pulcinella

La lezione televisiva di patriottismo e diritti umani di un ‘napoletano leghista’, due parole che una volta formavano un ossimoro

In sintesi:
  • I simboli della napoletanità insieme alla spilla di Alberto da Giussano, la tempesta perfetta
  • Perché, forse, non siamo scesi in piazza abbastanza
Napoletanità
4 ottobre 2025
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“E la gente corre nelle piazze per andare a vedere”, cantava il poeta. Per Lucio Dalla era la Luna che stava per cadere e per noi davanti alla Tv la fiumana di gente per le strade, mercoledì sera dopo l’assalto alla Flotilla e ieri. La città è la stessa della canzone, Roma, e il titolo – ‘La sera dei miracoli’ – in un certo senso va bene per entrambe le circostanze e per tutte le città. Stante l’ottusa dimostrazione di forza che è diventata la ragion d’essere del mondo, a volte ti dici che nella vita non sei sceso in piazza abbastanza, che la sedia dalla quale scrivi ogni giorno ti fa il sedere piatto e invece, anche solo per tonificare i glutei, a quest’ora dovresti essere in una città qualsiasi a sfilare con le giovani generazioni, che in questi giorni stanno facendo il vero lavoro sporco, che non è tirar giù palazzi per farci i chiringuiti bensì dissentire, gesto un po’ démodé ma che sta bene con tutto, come il nero e il fritto.

Sono giorni in cui rischi di addormentarti con il ministro della Difesa italiano che per spiegare (di giovedì) gli attuali rapporti diplomatici tra Italia e Israele chiama in causa una storia di carabinieri e pedofili, e quando credi di aver sentito tutto, ti svegli il giorno dopo con un senatore della Repubblica della Lega per Salvini Premier che dà lezioni di patriottismo. Doppiopetto blu, camicia bianca aperta sul davanti, eleganza da scena clou di ‘Un posto al sole’, Gianluca Cantalamessa ha l’inflessione della Napoli bene, ed è così telegenico che potrebbe cantare ‘Rossetto e caffè’.

In nome del “non sono d’accordo con quello che dici, però darei la vita perché tu lo possa dire” (ma in questo caso uccidersi sarebbe un atto di ingiustificata generosità), lo ascoltiamo nella narrazione della settimana, ovvero ricondurre l’onda pacifista a una manovra sovversiva e dare dei ciarlatani a quelli sulle barche. Tutto già sentito, non fosse che la scenografia affossa la retorica leghista, perché alle spalle del senatore non c’è la libreria, che è troppo di sinistra, ma – appesi a una parete e simmetricamente disposti: 1. Il cornicello scacciajella, non rosso ma d’argento. 2. La maschera di Pulcinella, “personaggio ironico e sfrontato che non ha paura di prendere in giro i potenti e di svelare i retroscena della società” (dall’Enciclopedia digitale), anch’essa d’argento. 3. Il quadro di Diego Armando Maradona, patrono di Napoli. In questa esplosione di napoletanità alla quale mancherebbero solo la pizza e il mandolino (d’argento), colpisce, appuntata sulla giacca del politico, la spilla di Alberto da Giussano, simbolo leghista che con la napoletanità c’entra come l’ananas sulla pizza (napoletana).

Ecco, a noi figli di napoletani che abbiamo visto Maradona giocare e la gente cantare “Dai Quartieri Spagnoli fino ai Campi Flegrei costruiamo un’altra Pompei”, a noi che ricordiamo quando nel 2009 a Pontida l’oggi ministro dell’Interno italiano intonò l’evergreen “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”, o quando nel 2015 disse “Blocchiamo l’Italia per tre giorni e mandiamo a casa il governo”, oggi torna difficile sentir parlare di patriottismo e diritti umani un leghista napoletano (un ossimoro) di ritorno da Pontida, dove ancora si cantaVesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”. In questo ‘weekend lungo’ ci uniamo dunque ai manifestanti di Napoli, Roma, Milano, Lugano, della Svizzera, ai manifestanti tutti. E davanti a questa napoletanità che nel salotto del Cantalamessa non contempla Pino Daniele, reo forse di aver cantato “questa Lega è una vergogna” (‘’O scarrafone’, 1991), giusto per il tempo di questo scritto aggiorniamo il verso di una vecchia canzone: “Sì d’accordo, free Gaza, ma free anche Pulcinella”.