Per risolvere il problema della carenza di alloggi e della congestione del traffico pendolare è possibile costruire nuove abitazioni all'interno del tessuto urbano già esistente anziché espandersi su nuove aree. È quanto emerge da uno studio dell'Associazione per una buona urbanistica (Urbanistica) pubblicato oggi.
Scopo della ricerca, realizzata dall'istituto Sotomo, è contribuire a una pianificazione il più possibile efficiente, di qualità e sostenibile dello sviluppo insediativo, che comunque avanza a causa della crescita demografica. Secondo lo studio, sviluppare verso l'interno il 30% delle superfici urbanizzate attuali permetterebbe di creare alloggi per circa due milioni di persone.
Tuttavia, questo da solo non è sufficiente. Per Urbanistica occorre anche innalzare la qualità insediativa: una solida offerta di servizi di prossimità, spazi ricreativi facilmente accessibili e un buon equilibrio tra funzioni residenziali e lavorative rendono questi luoghi più attrattivi e riducono le distanze quotidiane. Maggiore quiete e più aree verdi contribuiscono a elevare la qualità della vita.
Lo studio evidenzia in quali comuni svizzeri si trovano oggi i maggiori potenziali di sviluppo interno e dove sia più urgente intervenire per migliorare la qualità insediativa. Solo la combinazione di questi due fattori rende possibile una crescita interna davvero sostenibile.
L'aumento della densità abitativa e lo sviluppo della qualità dell'habitat non sono dunque due concetti in contraddizione tra di loro. Del resto la Svizzera, con il suo storico scetticismo nei confronti delle grandi città e la sua identità rurale e paesana, non accetterebbe uno sviluppo verso l'interno se questo porta a una iper-densificazione simile a quella di Manhattan, sottolineano gli autori dello studio.
La chiave non risiede quindi nella massimizzazione della densità, bensì nell'ottimizzazione del rapporto tra intensità edilizia e qualità della vita. Dove questo equilibrio viene raggiunto, sottolinea la ricerca, si trovano i quartieri più piacevoli da vivere e più sostenibili della Svizzera.
Le aree urbane rappresentano le zone con il potenziale più elevato di sviluppo, mentre le grandi città mostrano margini più ridotti. Tra i dieci maggiori centri svizzeri, Lugano si colloca all'ultimo posto per quanto riguarda le possibilità di sviluppo centripeto. Al contrario, figura al terzo posto nella classifica denominata "Necessità di intervento sulla qualità ambientale", a causa delle carenze riscontrate in materia di verde urbano.
Questi risultati dovranno aiutare i comuni a definire in modo mirato i propri assi di sviluppo e a utilizzare in maniera efficiente le risorse. La ricerca è stata realizzata basandosi sul nuovo paradigma della Legge sulla pianificazione del territorio (LAT) del 2013 che prevede di assorbire la crescita demografica all'interno delle aree già costruite.