La convertibile più ‘pepata’ regala agilità e coinvolgimento, ben supportata dal 2.0 turbo potenziato, ritrovando il vero spirito ‘Mini’
Non sono rimaste troppe le cabriolet sul mercato, ancora meno tra quelle dalle dimensioni compatte: tra le poche proposte continua a svettare la Mini Cabrio, lunga appena 3,88 metri anche in questa versione più performante firmata John Cooper Works (JCW). Vettura evoluta attraverso le stagioni, con stile che però continua giocoforza a ricalcare il look della progenitrice: la suggestione rétro è viva anche in quest’ultima generazione, dal look leggermente più patinato. Messo in ulteriore evidenza dalla caratterizzazione JCW, che tra i numerosi dettagli propone piacevoli archi passaruota con cornice a contrasto in nero lucido – “riempiti” da ruote in lega fino a 18” – e, in coda, un fascione paracolpi corredato di vistose alette verticali per guidare l’estrazione dei flussi aerodinamici dal fondo vettura. Sempre sul piano del design, si fa notare ed apprezzare la bandiera inglese in grigio sovrimpressa sulla capote nera: un bel colpo d’occhio che conferisce personalità ulteriore alla vettura chiusa, seppur ottenibile con sovrapprezzo.
Al volante, la Cabrio JCW mostra subito un’impostazione decisamente votata alla sportività, attraverso sospensioni piuttosto rigide specie in compressione: permettono un assorbimento sufficiente sulle asperità isolate, lasciando in special modo un po’ più di “respiro” al corpo vettura in estensione, ma offrono in generale una risposta sempre piuttosto ferma, seppur non eccessiva considerando le pretese sportive dell’allestimento. Lo sterzo non è l’aspetto più riuscito dell’auto, dato che specie al centro è piuttosto “vuoto” e manca di sensibilità, per poi divenire piuttosto diretto ad angoli maggiori. Un peccato, viste le qualità dinamiche di questa Mini, capace di appagare per la sua reattività e per la capacità di sostenere ritmi anche molto elevati tra una curva e l’altra, senza dimenticare il coinvolgimento alla guida dato dal retrotreno che mostra una sana reattività al rilascio dell’acceleratore, senza mai perdere stabilità o inficiare il controllo. Il “go-kart feeling” che ci sembrava un po’ smarrito sulla Cooper S a tre porte, sulle versioni John Cooper Works sembra più vivo che mai!
Il due litri turbo potenziato mostra di suo una buona vivacità, con un solido allungo verso la zona alta del contagiri che aggiunge sapore in fase di accelerazione, ed è ben coadiuvato dal cambio automatico doppia frizione a sette rapporti, rapido a sufficienza in modalità automatica e reattivo quanto serve sfruttandolo in modalità manuale. Viaggiando di buon passo a tetto aperto, la Mini Cabrio rivela qualche lieve vibrazione che tradisce la rigidità inferiore rispetto alla carrozzeria chiusa, effetto invece quasi inavvertibile con la tensione aggiunta dalla capote chiusa. Quest’ultima vanta una realizzazione curata, con imbottitura spessa e movimentazione completa molto rapida (18 secondi, anche in movimento fino a 30 km/h), oltre a permettere una comoda apertura parziale analoga a quella dei tetti apribili panoramici. Nell’impiego quotidiano, la Mini Cabrio JCW non è troppo esigente sul piano dei consumi, richiedendo in media 7,5 l/100 km su percorsi di varia natura e andatura allineata al movimento del traffico circostante.
Il comfort di marcia è discreto per il tipo di vettura, con fruscii giusto un velo più accentuati in velocità, a vettura chiusa, e vortici aerodinamici sufficientemente sotto controllo quando si viaggia a cielo aperto. L’utile tendina pieghevole dietro ai sedili anteriori contribuisce ad ogni modo a ridurre i vortici più fastidiosi di ritorno verso la nuca. L’arredo è quello conosciuto e ormai demanda pressoché tutti i comandi sul grande schermo tondo ad alta risoluzione a centro plancia, lasciando giusto uno sparuto numero di interruttori fisici (tra cui accensione e levettina di azionamento del cambio automatico) sulla consolle più in basso. La stessa climatizzazione è pilotata via sfioramento, e insieme ai numerosi menu non sempre intuitivi l’insieme finisce per perdere praticità, oltre che a imporre un certo grado di distrazione. Le plastiche sono prevalentemente rigide, compensate solo in parte dal piacevole rivestimento in tessuto che corre sulla plancia. Ben immersa e comunque ben personalizzabile la posizione di guida, mentre il divanetto in seconda fila è piuttosto angusto per viaggiarci in quattro. L’accesso al compatto vano di carico (165-215 litri) non è tra i più comodi, complice uno sportello di dimensioni ridotte e posizionato piuttosto in basso, ma la sua profondità sorprende positivamente, soprattutto considerando la tipologia di vettura.
Modello | Mini Cabrio |
Versione | John Cooper Works |
Motore | 4 cilindri, 2,0 litri, benzina turbo |
Potenza, coppia | 231 cv, 380 Nm |
Trazione | Anteriore |
Cambio | Doppia frizione a 7 rapporti |
Massa a vuoto | 1’425 kg |
0-100 km/h | 6,4 secondi |
Velocità massima | 245 km/h |
Consumo medio | 7,1-6,8 l/100 km (omologato) |
Prezzo | 49’040 Chf |