Il sorriso spontaneo si era trasformato in un riso tagliente, tipico di chi ama provocare
Come spesso accadeva, Laura era assorta nei suoi pensieri mentre riassettava casa e in quell’istante, inavvertitamente, con il manico della scopa urtò il quadro che cadde con un rumore secco facendola sobbalzare. Si voltò di scatto con il cuore che le batteva forte. Il quadro stava a terra con la cornice scheggiata. Era quello con la foto di Davide, suo figlio, all’età di tre anni: un sorriso spontaneo, i riccioli biondi che gli incorniciavano il viso, sembrava un angioletto.
Laura si chinò a raccoglierlo, osservando i dettagli che conosceva a memoria. In quel preciso istante Davide entrò in soggiorno. Lo sguardo di Laura si spostò verso di lui ormai diventato un ragazzo alto un metro e ottanta, la voce profonda, i gesti frettolosi che esprimevano irrequietezza e i riccioli che un tempo le piaceva accarezzare erano stati sostituiti da un taglio “alla moda” come aveva detto lui. Il sorriso spontaneo si era trasformato in un riso tagliente, tipico di chi ama provocare. “Non saluti neanche?”, disse lei con tono leggero. “Ciao mamma, vado a pescare con Max, torno per cena” e chiuse la porta dietro di sé. Laura si sedette sul divano con la foto in mano. Quando era successo? Quando il suo bambino aveva smesso di correre verso di lei per darle un bacio, mostrarle un disegno o chiederle di giocare?
La sensazione era come quella di un quadro che cade improvvisamente: non sai cosa l’ha fatto staccare dal muro, ma il rumore ti scuote e ti lascia un senso di vuoto. Laura sospirò e rimise la foto al suo posto. La crepa sulla cornice non poteva essere riparata, ma in fondo non importava. Si accorse che il sorriso di Davide, quello della foto, non era davvero sparito era solo stato offuscato da quel periodo turbolento chiamato adolescenza.
Era ancora il suo bambino pensò. Solo non era più nella cornice. Era là fuori, in un mondo che lei poteva osservare da lontano, lasciandolo diventare ciò che stava diventando: un uomo responsabile e indipendente. E mentre lo guardava crescere e affrontare le sue sfide, sentiva nel cuore un misto di orgoglio e serenità, consapevole di avergli dato la libertà di scegliere il suo cammino, pur restando sempre pronta a sostenerlo, anche da distante.