salute sessuale

Contraccezione maschile: a che punto siamo?

La possibilità per gli uomini di evitare gravidanze (oltre al profilattico) esiste, ma si scontra ancora con preconcetti culturali

Oltre il profilattico c’è di più
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I metodi per il controllo delle gravidanze sono un tema d’interesse per l’essere umano da molto tempo. Sappiamo che le prime sperimentazioni – più o meno efficaci – risalgono già agli antichi greci e romani, con preparati a base di piante da assumere o astuzie più meccaniche.

Senza troppo approfondire la storia della contraccezione e ritornando alla contemporaneità, notiamo come negli ultimi anni non si assista ad alcuna innovazione. I metodi a disposizione, principalmente ad azione ormonale, sono ad uso femminile. Di alternative sicure e certificate per chi produce sperma, oltre al preservativo e alla vasectomia, non c’è nulla. C’è chi decide lo stesso di affidarsi al coito interrotto (“fare attenzione”), che nonostante la praticità d’uso e il costo zero ha i suoi limiti in termini di efficacia e di spontaneità del momento.


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Un argomento che riguarda la coppia su cui discutere apertamente

Un interesse ancora attuale

L’interesse per i metodi contraccettivi maschili è però presente, anche a livello mediatico, dove periodicamente viene diffusa la notizia di qualche sperimentazione di una “pillola maschile”, senza che però si arrivi in tempi ragionevoli alla commercializzazione.

Lo scorso 28 marzo, legato a questo tema, si è svolto all’Università di Berna il convegno “Contraccezione testicolare”, organizzato da associazioni che operano nell’ambito. Durante la giornata diverse personalità si sono alternate sul palco per parlare della storia e dell’attualità dei metodi disponibili, delle ricerche e di come accompagnare le persone interessate a questo tipo di contraccettivi.

Con contraccezione testicolare termica si intendono i metodi per evitare delle gravidanze dove, tramite l’innalzamento della temperatura dei testicoli di qualche grado, si cerca d’interferire sulla spermatogenesi (la maturazione degli spermatozoi).

Il difficile rapporto con la contraccezione testicolare termica

Il primo legame fra temperatura e infertilità maschile è stato rilevato nella prima metà del XX secolo in studi sperimentali sugli animali. Un medico svizzero, la dottoressa Vögeli, ipotizza il legame tra bagni testicolari caldi e sterilizzazione transitoria. Verso la fine degli anni 60, il medico americano John Rock, che ha avuto un ruolo fondamentale anche nelle ricerche della pillola contraccettiva, ha concettualizzato il primo “slip termico”.

Più vicino a noi in termini geografici ma anche temporali, alla fine degli anni 80 un gruppo di uomini di Zurigo ha creato la possibilità di ritrovarsi per praticare dei “bagni testicolari”, con tanto di successivi spermiogrammi (test dello sperma) che certificavano l’effettiva diminuzione del tasso di spermatozoi. In quel periodo parlare di contraccezione termica faceva sorridere i più. I partecipanti di questo gruppo venivano additati come “matti” o presi in giro per l’aspetto caricaturale del metodo. Purtroppo l’approccio culturale a questa pratica non sembra essere cambiato. Lo si nota quando si parla del tema nelle scuole, con le classi della formazione post-obbligatoria, che all’evocare delle “mutande riscaldanti” come possibile metodo contraccettivo reagiscono spesso con una fragorosa risata. Un metodo ritenuto dunque ancora assurdo, quasi una provocazione.

Chi si trova in fasce d’età più avanzate non per forza ha reazioni tanto differenti: la contraccezione è ancora considerata una questione femminile e tutto ciò che ha a che fare con i genitali maschili viene visto con diffidenza, per la delicatezza delle parti o per la paura di una supposta “demascolinizzazione”. Quest’attitudine può essere spiegata con un pregiudizio di fondo, accompagnato da una mancanza di alternative validate scientificamente sul mercato. Le ricerche ci sono, anche se piccole, ma faticano ad avanzare non solo per le ragioni legate alle rappresentazioni su questi metodi ma anche per i pochi fondi a disposizione e la preoccupazione dei possibili effetti secondari.


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Produzione di sperma inibita dal calore

Qualcosa però si muove

Negli ultimi 10 anni l’attivismo contraccettivo è ripartito con forza, soprattutto in Francia dove sono sempre più presenti uomini che desiderano prendere a carico la contraccezione, in particolare con le modalità termiche. Le ragioni alla base della loro scelta sono diverse: la volontà di condividere la responsabilità contraccettiva, l’autodeterminazione, la consapevolezza che i metodi contraccettivi femminili possono avere effetti collaterali importanti e costituire inoltre un impegno e carico mentale per la partner. Internet aiuta gli interessati a trovare online informazioni sulla contraccezione termica e gruppi di discussione dove confrontarsi.

A livello pratico, sempre in rete, si trovano anche tutorial “fai da te” per cucirsi della biancheria intima che permette l’aumento della temperatura dei testicoli (“mutande riscaldanti”), o per fabbricarsi un anello testicolare in silicone.

Sembrerebbe che anche in Svizzera qualcosa si muova. A Ginevra, l’Ospedale universitario sta svolgendo uno studio clinico sul vissuto delle persone che utilizzano una contraccezione testicolare termica, ed è possibile che verso la fine dell’anno avranno dei risultati. I consultori di salute sessuale di Ginevra accolgono persone con queste richieste e si sono organizzati per poter rispondere in modo adeguato, consapevoli del fatto che nessun metodo è ufficialmente in vendita con l’adeguata certificazione, ma che ciò non ne preclude l’utilizzo. È interessante notare che la necessità di approfondire le conoscenze per meglio accompagnare le persone sono iniziate grazie all’impulso delle richieste stesse.

In Ticino, i Consultori di Salute Sessuale Eoc non hanno finora avuto richieste di questo tipo, ma è fondamentale chinarsi sul tema poiché si tratta di garantire a ogni persona gli stessi diritti sessuali. Possiamo chiederci se il diritto di decidere se e quando avere dei figli, e di conseguenza una contraccezione sicura, sia ad oggi garantito se gli uomini hanno davvero solo due metodi sicuri a disposizione: il preservativo e la sterilizzazione, che è potenzialmente irreversibile.

La norma contraccettiva può variare nel tempo verso una maggiore uguaglianza di genere, sia in termini di responsabilità nella relazione sia in termini di possibilità di scelta. Per questa ragione è fondamentale un’educazione sessuale che porti anche spunti di riflessione legati alle norme sociali, alle rappresentazioni sulle relazioni, ai ruoli di genere e alle mascolinità. È verosimile che tra qualche anno questi metodi avranno le certificazioni per essere commercializzati e potranno avere delle ricadute positive in termini di salute sessuale, uguaglianza di genere e rispetto dei diritti sessuali.

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