Tecnologia

Critiche alla nuova AI Mode di Google da parte degli editori statunitensi

La News/Media Alliance accusa Google di sfruttare i contenuti senza compensare gli editori, definendolo un furto.

22 maggio 2025
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La News/Media Alliance, associazione di categoria che sostiene alcuni dei più grandi editori negli Stati Uniti, ha criticato una delle ultime novità introdotte da Google durante la conferenza per sviluppatori I/O 2025.

Il riferimento è alla "AI Mode", funzionalità già attiva negli Usa, che sostituisce i tradizionali risultati di ricerca con un'interfaccia simile a un chatbot basato sull'intelligenza artificiale. Questo, per l'associazione, porterà i navigatori a spendere più tempo sul motore e meno sugli eventuali approfondimenti tramite i classici link web proposti nei risultati, ottenendo risposte che si basano comunque su articoli e approfondimenti dei media.

La reazione più dura è arrivata da Danielle Coffey, presidente e Ceo della News/Media Alliance, che ha detto: 'I collegamenti ipertestuali erano l'ultimo baluardo della ricerca per garantire traffico ed entrate agli editori. Ora Google si appropria dei contenuti con la forza e li utilizza senza alcun ritorno, la definizione stessa di furto'.

L'associazione ha auspicato che gli organi statunitensi affrontino la questione 'per impedire che un'unica azienda continui a dominare internet'. Solo qualche giorno fa, Bloomberg scriveva di un documento interno di Big G, emerso nel corso del processo antitrust sulla sua posizione dominante nel mercato delle ricerche, secondo cui il gigante avrebbe deliberatamente evitato di chiedere agli editori il permesso di includere i loro contenuti nelle risposte fornite dall'IA.

Stando al report di Bloomberg, gli editori devono escludersi completamente dai risultati se non desiderano che i loro articoli siano inclusi nelle funzionalità di intelligenza artificiale.