Tecnologia

Vertice a Ginevra: urgente regolamentare l'intelligenza artificiale

Esperti ONU avvertono sui rischi di una corsa incontrollata all'IA e sull'ingiustizia tecnologica globale

9 luglio 2025
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"L'intelligenza artificiale è una vertigine tecnologica che richiede una risposta urgente: rimettere gli esseri umani al centro". È l'avvertimento lanciato dal Segretario Generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) Doreen Bogdan-Martin al vertice "AI for Good", che questa settimana riunisce a Ginevra esperti di oltre 40 istituzioni delle Nazioni Unite.

"Il vero pericolo non è che l'IA stia eliminando l'umanità. Il vero pericolo è la corsa a dispiegarla su tutta la linea, senza apprezzare appieno ciò che significa per gli esseri umani e per il nostro pianeta", ha detto Bogdan-Martin. "Abbiamo già visto prototipi di intelligenza artificiale avanzati imparare a ingannare i propri progettisti al fine di preservare i loro obiettivi. È un avvertimento agghiacciante", ha sottolineato.

Ma ancor più dei rischi tecnici, è l'ingiustizia crescente a preoccupare gli esperti che evidenziano il pericolo di lasciare i più vulnerabili ancora più indietro come i 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso a internet.

Inoltre, è stato sottolineato, una realtà che minaccia di approfondire le lacune invece di colmarle è che l'85% degli Stati membri dell'ITU non ha una strategia o una politica sull'IA. Per questo l'ITU si impegna a favore di una governance inclusiva, radicata nelle esigenze locali e sostenuta da standard tecnici condivisi.

Unesco, domande più brevi per risparmiare energia

Intanto uno studio dell'Unesco rivela che la domanda di energia dell'intelligenza artificiale raddoppia ogni 100 giorni man mano che questi strumenti diventano parte integrante della vita di tutti i giorni. L'organizzazione delle Nazioni Unite invita a porre domande più brevi a questi sistemi per ridurne l'impronta energetica.

"La crescita esponenziale della potenza computazionale necessaria per eseguire questi modelli - avverte lo studio - sta esercitando una pressione crescente sui sistemi energetici globali sulle risorse idriche e sui minerali critici sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità ambientale, sull'accesso equo e sulla concorrenza per risorse limitate".

Una combinazione di richieste più brevi e l'utilizzo di modelli più piccoli e più specifici potrebbe ridurre il consumo di energia dell'intelligenza artificiale fino al 90% senza sacrificare le prestazioni, afferma l'Unesco.

Ad oggi, infatti, molti modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT sono generici e progettati per rispondere ad un'ampia varietà di argomenti, il che significa che devono vagliare un immenso volume di informazioni per formulare e valutare le risposte.

L'analisi sottolinea che sarebbe utile per la riduzione del consumo di energia anche un taglio dei suggerimenti ai chatbot da 300 a 150 parole.

Sam Altman, il Ceo di OpenAI, ha recentemente rivelato che ogni richiesta inviata a ChatGPT consuma in media 0,34 Wh di elettricità, ovvero tra 10 e 70 volte una ricerca su Google. Circa un miliardo di richieste al giorno equivalgono a 310 GWh l'anno, equivalenti al consumo annuo di elettricità di tre milioni di persone in Etiopia.