ALPINISMO

Scoppia la guerra tra alpinisti. ‘Bugie sugli ottomila’

L'italiano Simone Moro attacca il collega Marco Confortola, contestandogli di non aver raggiunto le vette dichiarate. ‘Dimostrami che l'hai fatto’

Una montagna di frottole?
(Keystone)
13 agosto 2025
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Nell'afa di Ferragosto scoppia la polemica nel mondo dell'alpinismo italiano. Simone Moro, uno degli scalatori più conosciuti al mondo, grazie ai quattro Ottomila affrontati nella stagione invernale, si scaglia contro il collega Marco Confortola, un altro big delle alte quote, contestandogli di non aver raggiunto tutte le vette dichiarate. In un'intervista online a ‘Lo scarpone’, il sito del Club alpino italiano, Moro spiega che «quello che stiamo portando avanti non è contro Confortola, ma a favore della verità e degli obblighi e dei doveri di un alpinista: se vai nelle scuole, se vuoi fare il formatore, vuol dire che sei un simbolo di onestà, del senso civico e dei valori. E nei valori c'è anche quello della verità e di saper provare la tua verità». Poi aggiunge: «Io sono stato 121 volte in Nepal, da quasi 35 anni vado lì e posso dire che non si muove foglia nel mondo delle scalate senza che non lo venga a sapere, e come me moltissime altre persone. Oggi è impossibile nascondere qualcosa. Ho raccolto e mostrato molte versioni di persone diverse che dicono e scrivono nero su bianco che Confortola queste vette non le ha salite. Allora gli abbiamo chiesto pubblicamente: ‘Mi dimostri per piacere che tu queste vette le hai salite? Mi fai vedere le foto di vetta?’. E già a questa domanda arriva la risposta: tante delle foto di vetta non sono le sue e sono taroccate senza timore di smentita visto che sono state fatte vedere ai veri autori, e pure fatte analizzare da esperti grafici e fotografi».

Tra le cime contestate ci sono il Makalu, il Kangchenjunga, l'Annapurna, il Nanga Parbat e il Dhaulagiri. Marco Confortola, valtellinese classe 1971, il 20 luglio scorso ha annunciato il raggiungimento della vetta del Gasherbrum I, completando così la collezione dei quattordici Ottomila. Nel 2009 sopravvisse a un bivacco notturno sul K2 a causa del crollo di un seracco, in cui morirono undici alpinisti, riportando amputazioni alle dita dei piedi.