La 23enne ostacolista bernese – già dominante a livello indoor – pare ormai pronta per realizzare un grande exploit anche en plein air
Costante sia nei tempi fatti registrare sia nei piazzamenti ottenuti, Ditaji Kambundji – ancor prima di disputare i Mondiali – potrebbe dirsi soddisfatta della sua stagione 2025. Ma, essendo giustamente ambiziosa, la 33enne intende giocare un ruolo di primo piano anche a Tokyo, dove gareggerà ovviamente nei 100 metri ostacoli, la cui finale è in agenda lunedì. Quando una delle sorelle Kambundji intende realizzare un exploit, di solito le cose vanno a buon fine. È successo ad esempio lo scorso marzo, quando dai Mondiali indoor di Apeldoorn le due campionesse sono tornate con un oro e un argento a testa: 4 gare e 4 medaglie.
Paradossalmente, nel corso dell'estate, a fare più notizia – pur non gareggiando – è stata la 33enne Mujnga (bronzo iridato sui 200 metri nel 2019): merito della sua gravidanza, che ha catalizzato l'attenzione dei media. Ditaji, comunque, pare ormai pronta per un colpaccio en plein air: spesso vicina al suo record svizzero – quel 12"40 che le aveva permesso di conquistare l'argento continentale a Roma lo scorso anno – è riuscita a eguagliarlo alla Weltklasse di Zurigo, dove si è piazzata al secondo posto nelle finali della Diamond League. Risultati che giustificano le sue ambizioni in terra nipponica.
Il 12"40 fatto segnare dalla campionessa europea e vicecampionessa mondiale indoor sui 60 metri ostacoli risulta però soltanto al 10° posto nella graduatoria del personal best delle atlete che disputeranno la gara iridata in Giappone, e dunque per ambire a una medaglia quel tempo bisognerà giocoforza abbassarlo ulteriormente. «So che posso migliorare ulteriormente il mio record, e voglio riuscirci proprio a Tokyo», ha detto l'elvetica. A suo favore gioca la grande costanza di rendimento, oltre al fatto di aver intrapreso una preparazione pensata proprio per raggiungere il picco della forma in occasione della kermesse iridata di metà settembre.
Interrogata sul proprio potenziale, la detentrice del limite continentale in sala nei 60 m ostacoli (7"67) risponde come fanno tutte le sue rivali: «Non fisso mai dei tempi come obiettivo, perché diventerebbe un limite nella mia testa. Mi lascio insomma sorprendere da me stessa. E a Tokyo conterà soltanto la classifica, non certo il cronometro». Già finalista nel 2023 a Budapest, la giovane Kambundji avrebbe potuto fare meglio già ai Giochi del 2024, se solo si fosse trovata fisicamente a posto. Una sfortuna che quest'anno pare invece perseguitare alcune delle sue rivali, come la francese Cyréna Samba-Mayelae e la portoricana Jasmine Camacho-Quinn – rispettivamente seconda e terza a Parigi –, che in Giappone non ci saranno per via degli infortuni.
La concorrenza sarà però comunque agguerrita. Le quattro statunitensi in lizza – specie l'oro olimpico Masai Russell (12"17, secondo miglior crono della storia) – quest'anno hanno tutte corso più veloci della bernese. Idem per il trio giamaicano e per l'olandese Nadine Visser (12‘’28). A Tokyo bisognerà dunque prendere le cose un passo alla volta. Prima di tutto, Kambundji non dovrà fallire le batterie di domenica (alle 4 del mattino ora svizzera), e poi dovrà dare il massimo in semifinale (ore 14), per giocarsi tutto infine nella finale di lunedì, in agenda alle 15.20.