Quarta fino alla dirittura finale, la friborghese non ce la fa a reggere il forte ritmo imposto dalle migliori sul doppio giro di pista
Niente medaglia iridata per Audrey Werro, ultima rossocrociata a calcare la ribalta dei Mondiali di Tokyo, che nella finale degli 800 – vinta dalla keniana Lilian Odira in 1’54’’62, davanti alle britanniche Georgia Hunter Bell e Keely Hodgkinson – s’è dovuta accontentare del sesto posto. Sul suo cammino nella capitale nipponica, la friborghese, alla sua prima finale mondiale, ha trovato avversarie più forti di lei. Con un tempo di 1’56’’17, è rimasta a 26 centesimi dal suo record svizzero (1’55’’91), realizzato al Weltklasse di Zurigo il 28 agosto.
Partita velocemente, la 21enne è rimasta a lungo in agguato al 4° posto, e una medaglia sembrava alla sua portata, ma sul rettilineo finale ha ceduto: per salire sul podio avrebbe dovuto migliorare il suo record personale (e dunque pure quello nazionale) di oltre un secondo.
«È stata una bella gara in termini di tempo, ma brutta per rapporto alle mie aspettative – ha poi dichiarato Audrey Werro ai microfoni della Srf non nascondendo il suo disappunto –. Speravo in grandi risultati, come un podio. Quindi c’è delusione». Al di là di tutto, la promettente atleta friborghese si è comunque detta soddisfatta dei suoi progressi. «Sono contenta di come ho gestito le mie tre gare qui a Tokyo. L'evoluzione rispetto ai Mondiali 2023 di Budapest, dove ero stata eliminata già nelle batterie, è positiva».
La gara è stata vinta dalla sorprendente 26enne keniana Lilian Odira, autrice della migliore prestazione dell'anno valsale il suo primo titolo mondiale. Anche le britanniche Hunter Bell (1'54’‘90) e Hodgkinson (1'54’‘91) hanno completato il doppio giro di pista in meno di 1'55’‘00, ma hanno dovuto arrendersi alla keniana.
Il sabato in quel di Tokyo non è stato dei più felici per i colori rossocrociati. La staffetta 4 x 100 femminile, con Ajla Del Ponte ‘ripescata’ come quarta frazionista complice l'infortunio alla coscia di Salomé Kora, e completata da Géraldine Frey, Céline Bürgi e Léonie Pointet, è stata squalificata nelle qualificazioni, complice un errore nel passaggio di testimone tra Léonie Pointet, terza frazione, e la locarnese.
Niente da fare nemmeno per la 4 x 400 femminile, malgrado un ottimo 3'27"46, Lena Wernli, Iris Caligiuri, Annina Fahr e Catia Gubelmann hanno logicamente mancato la finale, chiudendo con il 14esimo tempo delle qualificazioni.
A dire addio ai sogni di gloria, nel decathlon, è stato pure Simon Ehammer. Fallita la prova di salto con in alto con l'asticella a quota 1,93, l'appenzellese ha deciso di chiudere lì la competizione. Anche se avrebbe potuto naturalmente continuare il decathlon, il primatista ha preferito ritirarsi. Per lui, dopo il quarto rango nel concorso di salto in lungo, i Mondiali di Tokyo si chiudono con un'altra delusione.