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La Coppa Svizzera sarebbe da riformare

Far giocare le migliori squadre contro compagini delle leghe inferiori si rivela – per vari motivi – controproducente

Oggi facciamo alcune considerazioni sulle dinamiche che accompagnano il basket elvetico e che, da anni ormai, critichiamo perché fuori da ogni logica. Partiamo da un risultato: 141 a 52. Non è il risultato di una gara di U14 o U16 fra la migliore e la peggiore del campionato, cifre che si ripetono in varie categorie e che dipendono molto anche dall’età dei giocatori. No, è il risultato di una semifinale di Coppa Svizzera, altrimenti detta Patrick Baumann Swiss Cup, fra Ginevra e Kleinbasel.

Secondo i soliti filosofi di ancestrale memoria, quelli che si riferiscono al basket giocato con le pallonesse, la Coppa deve continuare a essere aperta a tutte le categorie perché in questo modo si porta il basket anche nelle regioni più ‘povere’ e si contribuisce alla sua diffusione. Mi ricordo quanto fossero deserte certe palestre nei cantoni svizzero-tedeschi all’arrivo del Viganello o del Lugano, che allora allenavo in A e in B, per una gara di Coppa senza senso contro squadre di Prima o Seconda divisione. Nei decenni lo scarto si è notevolmente allargato, come è aumentato il numero degli stranieri in serie A.

Ma a Friburgo, imperterriti, si continua con questo sciocco ideale del ‘siamo tutti uguali’, così che le squadre di A si eliminano già nei sedicesimi o agli ottavi, mentre quelle di Seconda o Prima Lega vanno avanti. Per finire poi stritolate da quelle di categoria maggiore, giocando magari – altro insulso sorteggio – senza almeno il fattore campo a favore. Un gioco al massacro che non porta assolutamente nulla allo sviluppo del basket, proprio in una manifestazione – la Coppa – da molti ritenuta la competizione più accattivante proprio per l'eliminazione diretta.

Se si vuole dare spazio in una Coppa alle leghe inferiori, si faccia una Coppa Svizzera per loro, lasciando alla serie A e alla B la Coppa Svizzera vera e propria, permettendo alle finaliste della coppetta di giocare in anteprima alla Finale vera. Avremmo così l’opportunità di capire quali sono le reali forze nel contesto delle divisioni inferiori a livello nazionale.

Come avrete letto le scorse settimane, la Nazionale svizzera femminile si è qualificata, dopo ben 69 anni, alle Finali degli Europei che si svolgeranno dal 18 al 29 giugno in Grecia, Cechia, Italia e Turchia. La Svizzera è stata sorteggiata con Francia, vicecampione olimpica, Turchia e Grecia. Molti si sono detti delusi perché le sfidanti delle elvetiche sono squadre di notevoli forze. Non c’è che da sorridere, perché anche negli altri gironi ci sono squadre di grande spessore, Belgio e Cechia a Brno, Serbia, Italia e Slovenia a Bologna, Spagna, Germania e Gran Bretagna ad Amburgo. Forse qualcuno sperava diversamente, ma dobbiamo renderci conto che lo spessore del basket femminile svizzero è mediocre. La qualificazione è avvenuta contro squadre come Lussemburgo, Bosnia e Montenegro, e senza vincerle tutte ma arrivando seconde e qualificandosi grazie alla differenza canestri. E se, giustamente, il traguardo raggiunto andava sottolineato, leggere bene la realtà aiuta a capire cosa fare per crescere ulteriormente.