Il ticinese della Nazionale ci presenta la decisiva sfida di sabato contro l'Ucraina nelle prequalificazioni mondiali
La Svizzera gioca sabato su campo neutro, a Riga, l’ultima partita del girone di prequalificazione ai Mondiali 2027. Partita giovedì da Kloten con l’entusiasmo creato dalla vittoria sulla Slovacchia e dall'aver azzerato la differenza canestri dopo il -13 dell’andata, va a sfidare alle 19 l’Ucraina, che ha battuto a Friburgo all’ultimo secondo 66-64. Una vittoria che non deve illudere, vista la differenza di ranking fra le due compagini. Ne è testimone Yuri Solcà, fuori dai 12 nell’ultima partita: una sorpresa? «Sì, ma visto che siamo in più di 12, ci può stare che l’allenatore faccia le sue scelte e ti lasci in tribuna. È già capitato ad altri, quindi nessun problema».
Un commento sulla sfida di Winterthur? «Avevo detto che la difesa avrebbe fatto la differenza e così è stato. Poi ci si è messo anche il loro coach: non ha tolto il suo miglior giocatore Kraicevic quando aveva 3 falli e l’ha lasciato in campo sino al 5°, facendoci un grande favore e togliendo il loro trascinatore dopo 15 minuti di gara! Ma noi abbiamo giocato con determinazione, con un apporto concreto e continuo, oltre che da Fofana, anche da Granvorka e Rocak. Insomma, una bella vittoria che ci dà molto morale, ma ora occorre battere l’Ucraina».
Sarà un osso duro? «Nella gara d’andata ci hanno un po’ sottovalutato, perché hanno un potenziale superiore al nostro. Ma a volte basta una giornata storta e tutto può cambiare. Noi abbiamo acquistato fiducia nei nostri mezzi, e aver lavorato assieme su un lungo periodo ci ha permesso di crescere e trovare un maggiore amalgama. Inoltre, in questa finestra agonistica abbiamo inserito altri giocatori nuovi in ruoli diversi, e quindi non s’inventa nulla dall’oggi al domani».
Siamo andati a canestro con 9 giocatori: una buona cosa poter contare su di tutti... “Già, ognuno ha saputo portare il suo contributo, con una palla rubata, un rimbalzo, un canestro. È così che si vince, come squadra, anche se poi, nel caso di Fofana, c’è stato un acuto in più del singolo, che ha lasciato il segno».
Giocare per vincere vale sempre come principio essenziale nello sport, ma vincere oggi vorrebbe dire qualifica certa... «Una sconfitta ci obbligherebbe ad aspettare il risultato dell’ultima gara fra Slovacchia e Ucraina di mercoledì, cosa non sempre piacevole visto come sono già andate le cose in passato, per quei ‘biscotti’ mascherati tipici di questi tornei. Dobbiamo vincere, e poi si vedrà».